In attesa del compleanno, uscì il 15 marzo 1972, si è rivelato campione d'incassi anche mezzo secolo dopo. Nei 156 cinema di tutti gli Stati Uniti dove è stato proiettato si è piazzato tra i primi tre film, centrando il primo o secondo posto nel 50% delle sale. "Un risultato clamoroso - ha dichiarato Chris Aronson, presidente per la distribuzione domestica della Paramount - la maggior parte della gente finora l'aveva visto solo in tivù".
di ROBERTO ZANNI
Era il 15 marzo 1972 quando 'Il padrino', che nella versione originale in inglese era 'The Godfather', uscì in anteprima mondiale. Il preludio a un successo che non ha avuto confini. Grandissimi attori da Marlon Brando a Robert Duvall, Al Pacino e James Caan e una storia che era stata raccontata da Mario Puzo nel suo libro prima che l'autore diventasse anche sceneggiatore con Francis Ford Coppola, il regista. Una storia di mafia che poi ebbe due sequels, sempre di successo, una storia (come del resto tante altre) che agli italoamericani non è mai andata giù perchè si continuava (e si continua) a dipingerli con vecchi stereotipi. Ma d'altronde la mafia esiste (ma non tutti sono mafiosi) e quella raccontata sullo schermo da Coppola anche mezzo secolo dopo ha riportato gli americani al cinema, nonostante tutto e tutti. "Questi risultati - ha dichiarato Chris Aronson, presidente della distribuzione domestica della Paramount - sono straordinari e la maggior parte delle persone ha visto 'The Godfather', ma non al cinema". C'è stata anche una festa a Los Angeles in onore de 'Il padrino' e Francis Ford Coppola, intervistato da The Hollywood Reporter, ha ricordato quel tempo: "C'è stato un paio di volte che avevo pensato di aver finito...". Di cosa si trattava? Della sua paura di essere licenziato sul set. Non lo fu ovviamente e l'adattamento cinematografico del romanzo di Mario Puzo ebbe via libera per trasformarsi in un successo globale, un fenomeno culturale. All'epoca il film incassò tra i 24e i 287 milioni di dollari (non aggiornati all'inflazione), battendo negli USA il record di una leggenda 'Via col vento' e raggiungendo le 9 candidature all'Oscar per poi aggiudicarsi le più prestigiose: miglior film, miglior attore (Marlon Brando, che però lo rifiutò per protestare contro la rappresentazione dei nativi americani da parte di Hollywood, al suo posto si presentò l'attivista Sacheen Littlefeather in abiti Apache) e miglior sceneggiatura. E non si è smentito nemmeno nel suo ritorno per i 50 anni di vita mettendosi in tasca quasi un milione di dollari in un fine settimana, in assoluto meglio di qualsiasi altra pellicola: infatti ha conquistato il podio in tutte le 156 sale dove è stato proiettato, raggiungendo poi il primo o il secondo posto nel 50% dei cinema. Anche all'estero la risposta del pubblico è stata più che positiva: rimesso in circolazione in una manciata di mercati ha raggiunto 1,4 milioni di dollari. Una nuova uscita, una pellicola meticolosamente restaurata che ha voluto cancellare tutti i residui del mezzo secolo passato: graffi, macchie e altre usure del tempo e in Italia è andato nelle sale tra il 28 febbraio e il 2 marzo. E ci sono volute 5.000 ore di laboratorio per il restauro con la revisione di ogni singolo fotogramma. E in attesa della grande festa del 15 marzo, il ritorno nei cinema ha fatto fare un salto indietro nel tempo a tanti protagonisti, tra i primi ovviamente Francis Ford Coppola che all'epoca era un perfetto sconosciuto. "La Paramount - ha detto il regista - non era pronta per il successo, non se lo aspettava. Improvvisamente si trovarono a doverlo proiettare in cinque cinema di New York contemporaneamente perchè la richiesta era tantissima, poi anche le sale di tutto il mondo. Ma invece di pensare a preservare il negativo originale, lo logorarono usandolo per ricavarne tantissime copie. E usate per tante volte, le copie cominciarono a non essere più come avrebbero dovuto".