Gentiloni
Paolo Gentiloni (foto depositphotos)

La guerra in Ucraina rischia di generare gravi ripercussioni che potrebbero tradursi in "un uragano di carestie". Non solo a Est, dove da giorni, ormai, si combatte un conflitto spietato, ma un po' in tutti i Paesi del mondo. Ne è convinto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che ha messo in guardia i governanti dalle conseguenze dell'invasione russa. "L'Ucraina è in fiamme" e "il Paese viene massacrato sotto gli occhi del mondo", ha detto Guterres. "Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un uragano di carestie e un collasso del sistema alimentare mondiale".

A causa del blocco dei prodotti agricoli in Ucraina e Russia, la guerra colpirà "duramente i più poveri" con conseguenze sulla stabilità politica del mondo intero" ha proseguito il segretario dell'Onu. "I prezzi dei cereali - ha ammonito ancora - hanno già superato quelli dell'inizio della Primavera araba e dei moti 2007-2008 e l'indice mondiale dei prezzi delle derrate alimentari stilato dalla Fao è ai massimi storici". Complessivamente, "45 Paesi africani e i paesi meno avanzati importano almeno un terzo del loro grano dall'Ucraina o dalla Russia, e 18 di questi ne importano almeno la metà, tra cui Burkina Faso, Egitto, Repubblica democratica del Congo, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Yemen" ha ricordato Guterres.

Sul fronte europeo, a lanciare l’allarme sull'impatto della guerra è il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni. “Prepariamoci all'impatto economico della guerra: sarà serio e ciò a causa dell'impennata dei prezzi delle materie prime e anche dei costi sostenuti dai bilanci pubblici che gli Stati membri dovranno sostenere per i prezzi dell'energia e per la crisi dei rifugiati" ha detto l’ex premier. “Noi – ha proseguito - avevamo previsto una crescita Ue al 4% per il 2022, ma questi numeri non sono più realistici". Certamente, ha proseguito ancora Gentiloni, “l'incertezza totale nella quale siamo dal punto di vista economico di fronte a questa guerra, rende l'idea di tornare semplicemente alle regole precedenti irrealistica". Tuttavia, ha concluso il commissario, "che questo renda più facile poi trovare un'intesa sulla riforma del patto di stabilità non è automatico".