DI MATTEO FORCINITI

Un fine settimana all'insegna dell'allegria è stato vissuto a Las Piedras, cittadina del dipartimento di Canelones in Uruguay. Quella che è considerata come la capitale dell'uva e del vino ha ospitato nelle giornate di venerdì e sabato una nuova edizione della festa della Vendemmia, il tradizionale appuntamento che riunisce i viticoltori nella celebrazione dopo la raccolta. L'evento -le cui origini risalgono al 1883- è stato particolarmente sentito in quanto è arrivato dopo due anni di stop causati dalla pandemia. Diverse le istituzioni che hanno contribuito all'organizzazione tra cui l'Inavi (Instituto Nacional de Vitivinicultura), il governo di Canelones, il Municipio di Las Piedras e il Ministero del Turismo.

Oltre alla classica pigiatura dell'uva con i piedi e la sfilata per le vie della città, durante la festa si sono susseguiti diversi spettacoli artistici e degustazioni di vini accompagnati da un mercato dell'artigianato e un'ampia offerta gastronomica.

In base ai dati di Inavi che si riferiscono al 2021, 866 sono i produttori di vino registrati in Uruguay con 1.183 vigneti in una superficie totale coltivata di 5.966 ettari e 40.000 persone che lavorano nel settore.

"C'era tanta voglia di tornare, la nostra idea era quella di riportare l'entusiasmo e posso dire che ci siamo riusciti pienamente" afferma soddisfatto a Gente d'Italia Alejandro Guarnieri, responsabile dell'organizzazione degli eventi per l'Intendencia di Canelones. "L'aspetto fondamentale della festa" -spiega- "è quello di coinvolgere i collettivi sociali che partecipano attivamente a questa celebrazione proprio perché il vino e la campagna sono parti integranti del nostro territorio. Nel nostro dipartimento, Las Piedras occupa un posto speciale per via della grande quantità di cantine vinicole che ospita. Tra queste aziende ce ne sono tantissime che hanno origini italiane: furono proprio gli immigrati che si stabilirono in queste terre a dare inizio alle attività. Questa è una lunghissima tradizione cominciata prevalentemente con gli italiani che continua ancora oggi". Guarnieri, lui stesso di origini siciliane, precisa che "il rapporto con l'Italia ha bisogno di essere mantenuto" e proprio per questo hanno cercato di coinvolgere nella festa la Società Italiana di Las Piedras che ha collaborato con il gruppo di tarantella e di balli tipici.

"Una festa dal significato speciale che era tanto attesa dalla gente" commenta Mauricio Garrone, responsabile dell'area enoturismo di Inavi, che analizza poi lo stato di salute del settore del vino alla luce dello scenario internazionale caratterizzato dalla guerra in Ucraina: "Oggi il settore si trova in buona salute perché -nonostante una tendenza mondiale di diminuzione del consumo- con la pandemia le vendite sono tornate ad aumentare. Le previsioni di questa vendemmia si annunciano molto buone ma non ai livelli di eccellenza raggiunti lo scorso anno". "Per quanto riguarda lo scenario internazionale" -prosegue- "al momento noi non abbiamo elementi per stabilire se ci saranno conseguenze importanti per l'industria del vino dato che i due mercati in guerra occupano una parte minima delle nostre esportazioni. Tuttavia, seguiamo le vicende con grande preoccupazione perché c'è ancora grande incertezza sulle conseguenze che la situazione potrà provocareL'aumento dei costi di produzione che viene annunciato oggi noi lo abbiamo già sofferto negli ultimi anni, specialmente con l'aumento della benzina che in passato ha inciso negativamente così come le leggi sulla tolleranza zero alla guida".

Figlio di Candido, agricoltore ligure, Mauricio Garrone riconosce l'importanza che ha avuto l'Italia nello sviluppo di questo settore ma avverte che occorre fare di più per incentivare questo legame che rischia di perdersi: "L'influenza che hanno avuto gli immigrati italiani qui è stata fortissima, basta guardare i cognomi delle famiglie per capirlo come nel mio caso. Alcune attività di scambio ci sono ma bisogna essere onesti e dire chiaramente che sono del tutto insufficienti alla luce dell'influenza storica che c'è stata". "Questo legame con l'Italia è destinato ad esaurirsi con il trascorrere del tempo, è inevitabile" sottolinea amaramente. "C'è bisogno, tra tutti, di fare uno sforzo comune, proponendo maggiori attività di scambi settoriali e accordi di collaborazione tra le istituzioni. Io sono convinto di una cosa: dobbiamo tornare a recuperare le radici che stiamo perdendo e il vino può giocare un ruolo importantissimo".