C’è una foto che circola sui social network e sta facendo molto discutere. Un filone di pane “industriale” sul banco di un supermercato venduto a 143,75 rubli, circa un euro e 7 centesimi (rispetto al cambio ad oggi, 14 marzo). Ma a destare scalpore è la scritta (in giallo) che potete tradurre dalla foto: “Pagamento a rate in 12 mesi senza interessi” a 11,99 rubli.

Un pagamento dilazionato per un filone di pane? Sì, proprio così. Come si usa fare per un tv di ultima generazione, un nuovo iPhone, etc. All’inizio del mese, il pane veniva venduto mediamente a 30 rubli (poco più di 20 centesimi). In due settimane oltre il 370% di aumento, una inflazione devastante causata ovviamente dalle sanzioni mondiali contro Putin. A confermare quanto sta accadendo in Russia è stata una ragazza che abita a Mosca, contattata tramite Telegram da TgCom24: “Sì, è tutto vero. E’ un dramma, i nostri stipendi sono rovinati, tra un po’ potremo permetterci solo un po’ di cibo e la casa. Anche i costi delle medicine sono triplicati”.

Nelle ultime ore, secondo quanto riporta l’Interfax, la Russia è pronta a vietare l’esportazione di grano e zucchero per mantenere la stabilità del mercato interno. Lo ha annunciato la vice premier Victoria Abramchenko su Telegram sottolineando di aver approvato “gli atti introdotti dal Ministero dell’Industria e del Commercio per vietare l’esportazione di zucchero bianco e grezzo dalla Federazione Russa fino al 31 agosto, così come quella di grano, segale, orzo e mais fino al prossimo 30 giugno”. Il ministero dell’Agricoltura ha detto a Interfax che il divieto potrebbe scattare già da oggi, 15 marzo.