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di Riccardo Galli

Chi in maniera rozza, chi in dotte e argomentate modalità: la guerra finirà a maggio...Perché tanto ci mette (e non può metterci di più) l'armata di Putin a prendere Kiev dopo aver preso Mariupol e quindi a dettare e imporre i confini della Nuova Russia che comprenderanno un terzo se non la metà di quella che era l'Ucraina. A maggio, è il tempo che ci vuole per la vittoria russa.

Finirà a maggio...perché tanto ci mette (non può metterci di più) l'armata russa a sfinirsi e dissanguarsi, a maggio Putin sarà costretto a fermarsi ed arretrare, a maggio si terrà la Crimea, magari un Donbass "russo" e l'Ucraina mai nella Nato. A maggio, è il tempo che ci vuole per un Putin sconfitto che cercherà e cui bisognerà lasciare una via d'uscita.

Perché oltre maggio a noi sembra proprio che non la reggiamo più la guerra. A noi, noi oltre maggio sentiamo di non reggerla più. E così ci fissiamo una data limite abbastanza artificiosa, una data della tollerabilità speranzosa. Una data che ha il difetto (non la coincidenza) di essere a misura della nostra agenda di vita: maggio, in tempo per l'estate, il tempo per andare e fare le vacanze con un po' di serenità. Difetto tenero di ingenuità più che difetto crudele di cosiddetto cinismo (i cinici erano tutt'altra cosa da quella che immaginano il linguaggio corrente e le telecronache calcistiche).

L'ingenuità di non capire, di non farcela a capire, neanche a pensare che la guerra d'Ucraina è già fissata nell'economia, nella politica, nei confini d'Europa, nella vita degli europei per i prossimi anni e non mesi. Anche quando si smetterà di sparare la guerra d'Ucraina resterà: procurarsi energia senza dipendere dalla Russia diventata inaffidabile e ostile, organizzare e finanziare la difesa militare dei propri confini, rimettere la guerra tra le cose possibili nell'arco di una vita. No, proprio no: la guerra d'Ucraina non finisce a maggio.