Gente d'Italia

Draghi apre le porte ai profughi: “L’Italia pronta all’accoglienza”

L’Italia non chiude le porte ai profughi ucraini. Anzi, le apre. Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della visita alla sede locale della Protezione civile e all'hub dove sono stoccati i mezzi e i materiali in partenza per l'Ucraina, è stato chiaro: “Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze in questi ultimi due anni è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle regioni e dei comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere, da preservare anche nell’accoglienza, oggi abbiamo 60mila profughi, chissà quanti ce ne saranno dopo, questo gioco di squadra è dunque fondamentale”.

Il primo ministro ha voluto ringraziare anche tutti coloro che in questo momento si stanno sforzando per aiutare gli ucraini in difficoltà: “La visita di oggi (ieri, ndr) è fonte di conforto. L'accoglienza, l'organizzazione, l'entusiasmo di questi volontari dimostrano che possiamo contare su una struttura efficiente, funzionante, moderna che è la Protezione civile”. Ovvio è che per poter accogliere tutti i profughi ci sarà bisogno di denaro e anche su questo punto Draghi ha spiegato lo stato dell’arte, spiegando che “i fondi per finanziare l'accoglienza dei rifugiati in arrivo dall'Ucraina verranno decisi nel prossimo Consiglio Europeo. La Commissione è al lavoro per questo, ci sarà un programma organizzato e soprattutto finanziato. Ci sono Paesi più colpiti da questo, come la Polonia, che sono in gran bisogno di tutto ciò”.

Bisogna però giocare d’anticipo, cioè i soldi arrivino sùbito: “La cosa importante è che questi aiuti vengano erogati subito, non tra settimane, perché il bisogno è ora. L'altra cosa importante è il lavoro insieme al terzo settore, c'è una straordinaria integrazione con il terzo settore che è stato considerato fin dall'inizio fondamentale per affrontare questo problema, un problema complesso che riguarda minori, donne, l'inserimento scolastico, è un problema di insegnamento della lingua, di inserimento verso il lavoro. Insomma, tutti dobbiamo lavorare insieme”. Per la precisione, stando ai dati del Viminale fino a ieri erano 59.589 i profughi ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto a oggi: 30.499 donne, 5.213 uomini e 23.877 minori. Ma probabilmente è un numero in difetto perché molte persone sarebbero passate in Italia senza controlli. E di certo il numero è destinato a salire in maniera veloce.

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