Gente d'Italia

L’Uruguay è quel Paese che potrebbe essere il Paradiso

 

 

 OPINIONE

 

DI STEFANO CASINI

Domenica scorsa, nell’ennesima dimostrazione di civiltà e democrazia, il popolo uruguaiano ha votato, senza avere nessun tipo di disturbi.

Ormai, dopo tanti anni vivendo in una delle prime 13 democrazie trasparenti del mondo, abbiamo imparato che, aldilá dei soliti intrallazzi politici (non si salva nessuno) l’Uruguay è in grado di attuare in piena libertá elettorale.

Da una parte abbiamo il Frente Amplio, coalizione di sinistra nata nel 1971 nei sogni del Generale Seregni, Zelmar Michelini, Batalla, Crottogini o Villar. Anche se cambiata fortemente, passando dal centro-sinistra alla sinistra pura, il FA, ha costruito attorno a figure come Mujica e Tabaré Vázquez un paese che, nel primo governo assunto nell’anno 2005, appunto da Tabaré, dopo le 10 piaghe d’Egitto sofferte dal Presidente Jorge Batlle che, tra l’altro, si é beccato l’effetto Tango, l’Effetto Samba, l’effetto Tequila, la debacle totale dell’Argentina con 4 presidenti in 1 mese e la Febbre Aftosa che ha sospeso la vendita della carne, il paese ha intrapreso un percorso in salita.

Tabaré Vázquez, sorto dal Partito Socialista, assieme a José Mujica, sorto invece nelle file dei terroristi Tupamaros, nell’anno 1994, avevano praticamente fatto dalla politica un nemico appunto dei Tupamaros, il fondatore della coalizione. Generale Seregni che, fino a quell’anno, fu il lider indiscusso del Frente Amplio.

Dopo Tabaré c’é stata la Presidenza di Mujica, un soggetto politico molto particolare che, nel suo affanno per far contenti tutti e in un’epoca di bonanza e di prezzi altissimi dei commodities, ha cercato di spargere il tutto, aumentando fortemente l’impiego pubblico, le opere pubbliche e il debito pubblico per elaborare forti piani di sostegno ai più poveri e senza lavoro.

Ovviamente, questa operazione ha provocato una mancanza totale di risparmio dello stato che si è indebitato, triplicando il debito estero, dal 2004 al 2019. Innegabili son stati i diritti che molti settori della società uruguaiana hanno conquistato, come i contadini o le donne di servizio, ma il fatto di sperperare di troppo le arche statali, ha fatto si che, dopo di lui, al suo ritorno alla presidenza, Tabaré Vázquez, non è riuscito a controllare il tutto, giungendo al 28 febbraio del 2020, giorno prima dell’assunzione di Luis Lacalle Pou, con, tra l’altro, un deficit fiscale altissimo del 5%, una disoccupazione del 10.5%, con 3 volte più delitti che prima del FA e vari scandali come l’allontanamento forzato del Vicepresidente della Repubblica Raul Sendic, implicato in un caso di sperpero di danaro pubblico, lasciando l’ANCAP (la nostra ENI) con un passivo di quasi 1 miliardo di dollari.

Dopo 3 governi della sinistra, nel 2019, con la formazione della “Coalición Multicolor” l’Uruguay ha preso un altro cammino, con un Presidente, “suppostamente” di centro-destra, che ha dimostrato, nei 2 anni di gestione, di essere un provetto politico che non è mai entrato nel gioco dell’opposizione che ha sempre cercato di fargli lo sgambetto.

La LUC (Legge di Urgente Considerazione) in realtá era il programma di governo di Luis Lacalle Pou, un vero e proprio conduttore della politica uruguaiana che, in ogni caso, ha sempre priorizzato il dialogo allo scontro.

Abituato a fare opposizione per tanti anni, il Frente Amplio, dall’assunzione del nuovo Presidente che, dopo 10 giorni ha dovuto affrontare la pandemia del Covid19 e dopo 2 anni di governo, una possibile Terza Guerra Mondiale, ha cercato di impedire ogni azione di governo, essendo diventato, il Presidente della Centrale sindacale PIT-CNT Pereyra, il Presidente anche della Sinistra. Ora l’uomo forte del FA è lui che, con una profonda impronta sindacale, ha voluto correre il rischio di promuovere un Referendum, senza considerare che, le ditte di indagine politica, hanno sempre mostrato Luis Lacalle Pou con un solido 52% di appoggio del suo popolo.

Domenica scorsa gli son mancati circa 30.000 voti al FA per derogare 135 articoli della Legge di Urgente Considerazione che ne aveva 500; gli altri articoli sono stati appoggiati dall’opposizione!

COME È MESSO OGGI IL PAESE - Dopo la vittoria del NO per non derogare gli articoli, il governo, ma, soprattutto, il Presidente della Repubblica, ha conquistato più forza e credibilità. La sua eterna rotta verso il dialogo continua, così come la sua fermezza di criteri liberali e questo da molto fastidio alla sinistra che, in realtá, si è gettata in una campagna politica anacronica, con discorsi del XX secolo e sta pagando le conseguenze.

È anche vero che, oggi, il paese, è praticamente diviso in 2, anche se l’obiettivo del governo è di lavorare con tutte le forze politiche che accettino le innovazioni della LUC, che, negli ultimi due anni, son servite solo per far crescere il paese.

È sceso il deficit fiscale, é scesa la disoccupazione, è aumentato il PIL, inflazione più bassa del continente, è aumentata di un 30% l’occupazione nel settore della costruzione e tutto nei 2 anni piú lugubri della storia moderna.

Ora lo stesso Presidente si aspetta un avvicinamento all’opposizione, alla partecipazione per una migliore convivenza. Ci riuscirá? Da una parte ha la centrale sindacale che lo pressiona perché aumentano i prezzi ma non gli stipendi (come in tutto il mondo)  e dall’altra un partito di governo come Cabildo Abierto che si avvicina più ad un populismo di destra che a quel centro storico dei Blancos.

L’Uruguay ha 3.5 milioni di abitanti! Se fosse un po’ più cooperativa tutta la classe politica, sarebbe il Paradiso.

STEFANO CASINI

Exit mobile version