Il mare antistante i circoli Savoia e Italia (foto Facebook RYCC Savoia)

Franco Esposito

Vietati alle donne. Palese, mai però scritto il divieto. La storia dice questo, e lo urla pure: zero socie al Circolo della Vela e Remo Italia e al Reale Yacht Club Canottieri Savoia. I circoli nautici più prestigiosi, nobili, e antichi di Napoli. L'ammissione è riservata agli uomini, solo a loro; non c'è posto per signore e signorine. Fa niente, non conta eventualmente il casato di appartenenza. Lo sport e la socialità sono esclusivamente maschi, all'Italia e al Savoia, con le loro belle sedi ubicate all'ingresso del Borgo Marinari. Proprio così, dove la storia l'hanno scritta loro e anche due ristoranti famosi in tutto il mondo. Zì Teresa e la Bersagliera. Di fronte, il Castel dell'Ovo con l'isola di Megaride, e intorno le stradine dell'antico borgo dei pescatori. 

"Possiamo accogliere anche le donne, ma non abbiamo mai ricevuto richieste", informa il presidente del Reale Yacht Club Canottieri Savoia, 129 anni di vita e mai una donna iscritta. Idem come sopra da 133 anni per il Circolo del Remo e della Vela Italia: "Nessun veto nel nostro statuto, nel 1889 era consuetudine considerarle ospiti, ma oggi per noi non ci sono problemi", assicura il presidente Roberto Mottola. 

L'abbinamento circoli nautici-donne funziona magnificamente da oltre venti anni alla Canottieri Napoli. Il sodalizio del Molosiglio vincitore di scudetti e una Coppa Campioni nella pallanuoto e risultati grandiosi a livello mondiale nel canottaggio e nel nuoto. Stesso discorso per la Rari Nantes Napoli, che dettò legge nella pallanuoto fino alla metà degli anni Cinquanta, tre campioni olimpionici ai Giochi di Londra 1948: Pasquale Buonocore, Emilio Bulgarelli, Gildo Arena. Laddove recente è l'approdo delle donne al Circolo Nautico Posillipo, dove Mergellina svuota la dispensa degli ultimi sospiri. Undici scudetti della pallanuoto, medaglie d'oro ai Giochi Olimpici con pallanuotisti, schermidori, canottieri. I fratelli Porzio, Franco e Pino, Mario Fiorillo, Carlo Silipo, Nando Gandolfi, i germani Postiglione, una schiatta, Stefano, Antonello, Francesco, Marco e una ricca presenza di atleti alle olimpiadi di Los Angeles 1984. Il boom ad oscurare perfino il californiano Santa Monica Track and Field. 

Circoli per soli uomini, l'Italia e il Savoia, discriminazione o che cosa? Nessun divieto, ripetono le voci che sono attualmente ai vertici dei sodalizi. Come è accaduto al Circolo Aniene, di enorme prestigio, il circolo romano on affaccio sul Tevere. Il top sotto la presidenza di Giovanni Malagò e ora mantenuto ad alto livello dal giornalista Massimo Fabbricini in qualità di presidente. Nell'elenco dei soci dell'Aniene figurano solo uomini, ma le nuove norme statutarie da approvare ne cambieranno la faccia, mettendo fine all'antica regola di circolo mai aperto alle donne. 

All'Italia e al Savoia vige una sorta di consuetudine. Dimoranti sulla banchina Santa Lucia e distanti pochi metri l'una dall'altra le due istituzioni cittadine Italia e Savoia profumano anch'esse di forte tradizione sportiva e di vittorie. Appare comunque anacronistica, in entrambi i casi, l'iscrizione di fatto riservata soltanto agi uomini. "Mai praticato distinzioni, l'articolo 1 del nostro statuto è molto chiaro", ribadisce il presidente savoiardo Fabrizio Cattaneo. 

Dice cosa l'articolo citato? "L'associazione, nel rispetto e nella salvaguardia delle sue tradizione, è caratterizzata dalla democraticità della struttura, dall'eguaglianza dei diritti nell'ambito di tutte le categorie degli associati, dall'elettività alle cariche associative".

Il massimo dirigente del Savoia precisa inoltre che resta in attesa di ricevere richieste da parte di donne che vogliono diventare socie. "Qualora arrivassero, non avremmo alcun problema a penderle in considerazione. Noi non facciamo discriminazioni. La storia parla per noi: facciamo attività nel sociale, aiutiamo i ragazzi disabili e lo sport, per quanto ci riguarda, ha sempre veicolato un messaggio di inclusione". Al Savoia due allenatori di canottaggio sono donne, Allegra Sbarra e Camilla Infante, e il coastal rowing è tutto rosa. Affermate professioniste che si allenano tutti i giorni. Giulia Landolfi e Andrea Alfano sono vice campionesse d'Europa. E ci sono veliste promettenti tesserate per il Savoia. Mai nessuna donna socia, però. 

Problemi di nessun tipo anche al Circolo della Vela e del Remo Italia. Il presidente Mottola conferma, nessuna preclusione verso l'ingresso di donne in qualità di socie. Ma l'anomalia comunque resta, resiste, come se volesse denunciare qualcosa. L'esclusione delle donne nella vita sociale del circolo. "Pronti a valutare e ad accogliere la domanda di una donna in presenza di una richiesta che finora non c'è stata mai. Le nostre attività sportive sono aperte a tutti". 

Al di là delle precise norme statutarie, risulta comunque strano, molto strano, che all'Italia in 133 anni e al Savoia in 129, non vi si stata mai una richiesta di donna di diventare socia. E che a nessuno sia venuta l'idea di lanciare magari una campagna. La soluzione scelta dal Circolo Nautico Posillipo, spinto da evidente solare bisogno di numeri e di immissioni di denaro. Posillipo e Canottieri hanno fatto una precisa scelta: è esplicitamente previsto che le donne diventino socie a tutti gli effetti. "La trovo una situazione normalissima, non capisco neanche perchè se ne parli. Abbiamo circa 200 socie", spiega Achille Ventura, presidente della Canottieri Napoli. 

Alla Rari Nantes le donne occupano addirittura ruoli strategici nel Direttivo del circolo. Al Posillipo la novità è stata introdotta nel 2019. Il presidente Filippo Parisio la definisce una enorme conquista. "Mi sembra normale che le donne possano partecipare alla vita sociale e dare i loro contributo alla causa sportiva". 

Normali loro, ma l'Italia e il Savoia? Circoli nautici bellissimi, grondanti gloria sportiva, sembrano vivere in un altro mondo. In maniera non del tutto involontaria.