di Mimmo Porpiglia

Lo conobbi negli anni ’80, a New York… “Non avevo molta voglia di studiare - raccontava - così mio padre mi trovò un posto di cameriere sulle navi…” Era simpatico, Tony May, sempre elegante, affabile, sorridente… “Lavoro tutti i giorni come un matto e la domenica vado all’università..” aggiunse quella sera. Come, mi hai detto che non volevi studiare” gli dissi, e lui “No, vado ad insegnare come si cucina il ragù…”. Già, alla Columbio University Antonio Magliulo, americanizzato Tony May aveva la cattedra della cucina italiana e i suoi corsi erano seguitissimi.

Scrissi un paginone sul Mattino e le edicole di Torre del Greco città in cui il nostro era nato, fecero il tutto esaurito..

Nella mia lunga permanenza a New York Tony e il suo "San Domenico” divennero la mia seconda casa. Ci vedevamo ogni sera, spiluccando le sue nuove creazioni culinarie, incontrando i colleghi dell’Ansa, della Rai, i manager dell’Alitalia. Negli anni Tony era diventato il vero punto d’incontro dell’italianità a New York.  Pavarotti si alimentava solo dal San Domenico. Robert De Niro, Liza Minelli, Frank Sinatra….il sindaco Giuliani,  erano di casa… E io ne approfittai… quante interviste grazie alle sue conoscenze, compresa la più importante a quel tempo, il neo presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Sì, grazie a Tony riuscii, primo giornalista italiano, a entrare nella Casa Bianca…

Il San Domenico era come al solito full quel venerdì sera ed io mio sistemai, come al solito quando tutti i tavoli erano occupati sullo sgabello del bar, di fronte all’ingresso del ristorante. Stavo sorseggiando un aperitivo quando Tony si avvicinò e mi disse: ”Vuoi intervistare il nuovo presidente degli Stati Uniti?". Io sorrisi e continuai a bere…

Ma non era uno scherzo….  Nella saletta privata stavano mangiando una decina di persone tra cui un omone con grandi baffi a capotavola. Tony gli parlò all’orecchio e lui mi disse in italiano-americano “Sandey alle otto fuori la Casa Bianca…. Otto precise, cumpá…”

Era il capo della sicurezza, la mamma nata a Torre del Greco…..amico di Tony logicamente…

La domenica mattina ero lì, dalle 7 e mezza. Entrai con lui, attesi nella sua stanza fino alle 11, conobbi il Presidente, lo intervistai, foto in prima pagina del Mattino… scoop e premio speciale dell’amministrazione…..

40 anni di grande amicizia. In vacanza insieme alla Romana di Santo Domingo ( ricordo che una volta, a Capodanno, fece arrivare Sandro, il cuoco con una forma intera di parmigiano ) a Miami, Capri, Sorrento…. Facevo parte della famiglia Magliulo ormai.. Andavo spesso dal fratello Mimmo, a comprare la pasta Setaro, l’olio extravergine, la mozzarella di bufala ( ogni settimana ne arriva un container  pieno). Tutte le feste comandate ero con lui, nella splendida villa in Connecticut o all’ultimo piano con vista sul Parco di New York. Mi ha anche insegnato a cucinare, Tony.  “Ti rilassi, lo devi fare con passione altrimenti non fa bene - diceva - devi scegliere gli ingredienti, uno a uno e poi  gli aromi, l’aglio che frigge nell’olio, il pomodoro che si sposa nel condimento, la carne che rosola, la pasta, l’amido… assaporare, vedi, è tutta una poesia…..”

Dovevamo vederci questa estate, in Marocco dove si era stabilito con la sua seconda moglie…

Un mese fa l’ultima telefonata… “Guaglió, commendatore, come stai? Fai attenzione al Covid….ci vediamo a Miami...bacione…"

Ieri sera ho chiamato Massimo Jaus bravissimo e antico collega che vive da decenni a New York e che oggi lavora per La Voce di New York un ottimo quotidiano on-line. Abbiamo ricordato Tony, gli ho chiesto di scrivere la sua vita, lo ha fatto, ottimamente....aggiungendo episodi che non conoscevo...

Ciao Tony, ciao amico mio, maestro di vita e di buone maniere, mi mancherai……