"L’ articolo 5 della legge 286/2003 al comma 4 determina quali sono i cittadini che non possono essere eletti ai Comites e sono  :……”i dipendenti dello Stato italiano che prestano servizio all’ estero, ivi compresi il personale a contratto, nonché coloro che detengono cariche istituzionali ed i loro collaboratori salariati.  Non sono, altresì, eleggibili gli amministratori ed i legali rappresentanti di enti gestori di attività scolastiche che operano nel territorio del Comitato e gli amministratori ed I legali rappresentanti dei comitati per l’ assistenza che ricevono finanziamenti pubblici….”

Nella seduta d’ insediamento dei comitati  vengono analizzati i casi d’ineleggibilità ma l’unico caso che viene sistematicamente lasciato da parte e sul quale non si vuole parlare é quello che dice  coloro che detengono cariche istituzionali.

Ogni volta che lo abbiamo sollevato le autorità presenti ci hanno risposto che si tratta di cariche istituzionali prettamente italiane. Invece a me pare che la filosofia della legge sia  piú ampia e comprenda anche cariche istituzionali dei Paesi di residenza.

Perché dico questo? Perché nei paesi dove esiste la doppia cittadinanza si potrebbe  perfettamente presentare il caso  in cui il cittadino si può candidare al Comites in quanto cittadino italiano e si puó presentare a qualsiasi  carica elettiva del paese dov'è nato e vive sotto il regime di doppia cittadinanza.

E’ più preoccupante se questo cittadino diventa Presidente del Comites.

Non bisogna tralasciare il fatto che come cittadini residenti in un paese ospite, abbiamo anche delle scelte politiche locali oltre alla condizione di cittadini italiani emigrati o appartenenti alla collettività italiana residente.

Ma se si diventa Presidente del Comites e queste scelte sono pubbliche e attive le conseguenze sulla condizione di rappresentante di tutti gli italiani sono molto negative. Divide l’ organismo che deve dirigere e che rappresenta legalmente,  ma divide anche la collettività, che non si sente rappresentata da quel partito politico nel paese di residenza.

Insomma toglie all’ Istituzione Comites la rappresentatività generale, divide politicamente la collettività che dovrebbe unire e  rappresentare. Difende interessi  di parte che giovano solo a chi li usa per altre carriere politiche.

Questo é il caso dell’ Uruguay dove il Presidente del Comites (fino a metà marzo anche consigliere del CGIE) é un rappresentante nazionale che appartiene al Partito Nacional (di governo) e che nel periodo legislativo 2020-2025 (ma già lo era) é stato eletto al Parlamento uruguaiano come supplente indistintamente alla Camera e al Senato.

Forse questa situazione é riuscita a non essere considerata da chi deve vigilare perché noi ragioniamo con la nostra logica elettorale e cioè: assume la persona eletta ed il primo dei non eletti può assumere soltanto davanti alle dimissioni o alla morte del titolare.

In Uruguay ogni deputato o senatore che si candida nella scheda elettorale presenta invece una linea di supplenti che può arrivare fino a 3 elementi.

I supplenti possono entrare e partecipare in aula ogni volta che il titolare lo decide  (per ferie, per la giornata, per le commissioni, ecc) ed ogni volta che il supplente assume viene anche pagato.

Cioé il vincolo del supplente con l’ incarico di parlamentare dura tutta la legislatura.

Questo é il caso del Presidente del Comites arq. Aldo Lamorte che in questa legislatura è stato eletto come rappresentante nazionale (indistintamente deputato e senatore) nella Lista del Partito dell’attuale Presidente della Repubblica.

In base a questa condizione di supplente, Lamorte é entrato in aula parecchie volte, ha partecipato alle commissioni, ha presentato dei progetti di legge ed é stato pagato per questo.

Nel Comites dell’ Uruguay c'è anche il caso della  neo-consigliere Silvana Goñi (eletta nella Lista presentata da Lamorte) che risulta consigliere comunale della città di Florida (un altro incarico istituzionale) sempre per il partito di governo.

La domanda che si pone naturalmente di fronte a questa situazione é: E’ normale che un politico, che assume la rappresentanza in Parlamento di un partito politico del paese ospite, assuma in concomitanza la Presidenza del Comites oppure la rappresentanza al CGIE della comunità italiana del paese?

L’ incarico di Presidente del Comites é istituzionale ma anche lo é l'incarico parlamentare oppure comunale del paese ospite.

In questo caso il presidente divide la collettività e la tinge con un marchio politico-partitico locale.

E’ in base a questa situazione che chiedo a te come Senatore eletto nella nostra Circoscrizione elettorale  di cercare una interpretazione autentica a questa condizione di ineleggibilità che dice la legge ma che viene interpretata in modo parziale.

Allego alla presente documentazione del Parlamento uruguaiano dove risulta tutta l'attività e partecipazione di Lamorte.

Includo anche l’ elenco della Presidenza della Repubblica dell’ Uruguay sulle persone esposte politicamente che devono fare la dichiarazione patrimoniale.

Come potrai apprezzare Aldo Lamorte viene considerato un rappresentante nazionale, integrante del Parlamento uruguaiano e per questo deve fare la dichiarazione patrimoniale.

C´é anche Silvana Goñi, consigliere Comites della Lista MAIU che viene considerata consigliere comunale e come tale (incarico istituzionale) deve anche fare la dichiarazione.

In attesa di un tuo sollecito riscontro a queste mie perplessità e richieste colgo l’ occasione per inviarti cordiali saluti

Filomena Narducci
Giá consigliere Comites
Giá Componente del Comitato di Presidenza del CGIE