MARCO FERRARI

Dario Argento, alla bella età di 82 anni, vive una sua seconda giovinezza. Dopo l’uscita del suo ultimo film, “Occhiali neri”, il re dell’horror italiano viene celebrato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti, con la cc Alla Mole Antonelliana, curata da Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo, troviamo l’opera completa del visionario maestro del thriller, un percorso cronologico attraverso tutta la sua produzione, dagli esordi con il film “L’uccello dalle piume di cristallo” del 1970 al suo ultimo lavoro, recentemente presentato al Festival del Cinema di Berlino nella sezione Special Gala. E’ la prima volta che si compone un completo e articolato discorso visivo sull'immaginario che il regista romano ha portato sullo schermo nel corso del proprio cinquantennale viaggio nei perturbanti territori dell’incubo. Sono esposti i materiali che provengono dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema, dall'Archivio Fotografico della Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia e da numerosi collezionisti privati, con importanti contributi da parte di professionisti del cinema quali Sergio Stivaletti, effettista di molti film di Argento da “Phenomena” del 1985 in poi, Luigi Cozzi, stretto collaboratore di Argento fin dagli esordi, Franco Bellomo, Pupi Oggiano, Gabriele Farina e Carlo Rambaldi, uno dei più importanti artisti degli effetti speciali a livello mondiale. La mostra è arricchita da un catalogo riccamente illustrato, pubblicato da Silvana Editoriale, e da una retrospettiva completa al Cinema Massimo. Dario Argento, parafrasando il poeta Arthur Rimbaud, sostiene che “l’io è un altro”. Non a caso i Cahiers du Cinéma, definivano “poesia” i film diretti dal regista romano. Quindi, con l’autoironia e il mistero che contraddistingue i grandi artisti, il maestro del brivido si è presentato con queste parole all’inaugurazione: “Io sono una specie di clandestino in questa mostra dove si rappresenta Dario Argento. Chissà chi è mai questo fantomatico personaggio, non credo di conoscerlo troppo bene. Faccio i film a suo nome, ma chi sia veramente, non lo so. Mi ispiro alle profondità dei miei sogni, all’arte, alla psicologia. Tutto questo mondo che vedo qui intorno, questo tributo così attento e totale m’impressiona. Torno indietro e forse certi film li comprendo meglio adesso, rivedendoli con voi.” L’esposizione è un cammino tra citazioni, fotografie, sequenze filmiche, bozzetti, manifesti, costumi, creature meccanizzate e colonne sonore, un universo di invenzioni, coerente e folle al tempo stesso. In tutto si tratta di 44 oggetti di scena, 12 preziosi manifesti e locandine originali, 10 costumi e oltre 60 pannelli che ricostruiscono il percorso biografico e artistico di Argento in cui il pauroso e lo stupefacente si uniscono, come del resto spetta alla settima arte. Ecco, dunque, la casa dell’architetto Varelli per “Inferno”, la testa del pupazzo meccanico realizzato da Carlo Rambaldi per “Profondo Rosso”.  Tutto il materiale esposto ci consente di ripercorrere la carriera di Argento, da “L’Uccello dalle piume di Cristallo”, a “Quattro Mosche di Velluto grigio”, da “Suspiria” a “Tenebre”, da “Phenomena” a “Opera”, da “La Sindrome di Stendhal” a “La terza madre”.  E ancora ritroviamo la casa dell’enigmista in via Vela e il cimitero monumentale di “Il Gatto a nove code”, il giardino Lamarmora di “Quattro mosche di Velluto Grigio”, Piazza CLN e Villa Scott di “Profondo Rosso”, il teatro di Carignano di “Non ho sonno”, la libreria di via Po in “La terza Madre”. In particolare, tanti posti di Torino in cui sono ambientate le pellicole del maestro italiano del brivido. Difatti per Argento, Torino resta il luogo ideale per ambientare i suoi film per l’atmosfera della città. Una città dove vivrebbe volentieri, se non fosse per gli affetti e la famiglia che lo legano a Roma. Oltre la mostra torinese, Dario Argento non si ferma: “Mi hanno offerto un film in Francia, vediamo. Dopo il lavoro da attore con Gaspar Noè e dopo ‘Occhiali neri’, coprodotto dai francesi, i rapporti si sono intensificati”.