di Lucio Fero

Nehammer, il Cancelliere austriaco, è andato in missione diplomatica a Mosca, è andato a parlare faccia a faccia con Putin. Solo loro due e solo gli interpreti. Dopo 45 minuti di colloquio Nehammer ha riferito di "incontro duro" (peraltro finito senza stretta di mano in foto di rito). Sconfortante ma realisticamente stringata la sintesi di quel che Putin ha voluto dire all'interlocutore: Putin non pensa a trattare. Parlare oggi con Putin di cessate il fuoco è inutile. Putin sta lanciando l'offensiva del Donbass, vuole Mariupol, vuole vittoria militare. Il cessate il fuoco e una eventuale e successiva pace non sono per Putin oggi un'opzione, anzi sono un ostacolo. La missione austriaca a Mosca ha trovato solo voglia di guerra.

L'Austria neutralista trova a Mosca una determinazione alla guerra che non sospettava così ampia. Finlandia e Svezia stanno velocemente pensando di entrare nella Nato per avere uno scudo militare che oggi non hanno, scudo contro attacchi russi che ora vedono possibili. La Russia apertamente minaccia di colpire convogli e spedizioni di rifornimento agli ucraini, anche eventualmente fuori dai confini ucraini. Il ministro degli Esteri russo dichiara che, in presenza di aiuti militari occidentali all'Ucraina, tutte le opzioni di attacco russo sono legittime e plausibili. Atterrare in un aeroporto in Polonia vuol dire atterrare in aeroporto visibilmente protetto da sistemi anti missile. Cargo di missili cinesi atterrano in Serbia...Nei fatti, nelle dinamiche e sul terreno la guerra si allarga. Nel tempo che dura e nelle implicazioni che comporta, nei territori e paesi che coinvolge.

Ce n'é di due tipi di inconsapevolezza. L'una per così dire innocente, venata di ingenuità e comunque sostenuta da una umanissima incredulità. Sempre coloro che la storia rende contemporanei dell'avvio di un conflitto armato, sempre nei giorni in cui la guerra intorno a loro si allarga la dimensione e la natura di quel che sta accadendo non la vedono e non la percepiscono. Sempre quando sta per scoppiare una guerra che li coinvolgerà nei giorni della vigilia i contemporanei vivono una normalissima vita: lavorano, vanno in vacanza...E stupirebbero se un potessero, con un magico sguardo nel futuro, vedere che qualche settimane o mese appena dopo...Questa inconsapevolezza del contemporaneo si manifesta anche stavolta e la sua più naturale manifestazione è la domanda: quando finisce la guerra? Inconsapevolezza del fatto che una guerra non può neanche cominciare a finire se chi l'ha voluta e iniziata non viene in qualche misura fermato, se non sconfitto.

Ce n'è anche un altro tipo di inconsapevolezza, questa meno innocente. L'inconsapevolezza che si avvale e viaggia sulle gambe dello scongiuro e della dissimulazione. Lo scongiuro è l'astratta invocazione di pace. Con relativa retorica dei gesti di pace, insensati rispetto al reale. Samantha Cristoforetti che si scambierà tute con astronauti russi è una bella scena, ma senza senso. Schierarsi con la pace e solo con questa parola, invocarla come fosse evocarla è un gesto e un pensiero mistico/magico. Putin e la Russia, qui e ora, non vogliono pace. Vogliono terra ucraina, vogliono cambiare i confini dell'est europeo e vogliono vittoria militare. La pace nella retorica pacifista non è un obiettivo, un processo, un lavoro...E' la pace, in quella retorica, un soliloquio, una nenia di scongiuri.

Poi c'è di peggio: la dissimulazione. Viaggia sotto il manto della pace a prescindere da chi fa la guerra la scelta di dare a chi fa la guerra quel che vuole purché lasci in pace noi. La "nostra" pace purché la guerra sia altrove. Ammesso e non concesso questo scambio sia possibile funzioni, è oltre modo osceno presentarlo come supremo valore morale, come insopprimibile e incontenibile amore per l'umanità. E', se funziona, la vita mia in cambio della morte tua, è la pace a casa mia e se le case e le città di altri popoli vengono spianate, se questo è il prezzo della "mia" pace...