Gas (foto Depositphotos)

Gas Tour. È ricominciato in Africa (Angola, Congo)  il giro della missione italiana a caccia di nuovi fornitori per affrancare l’Italia da Mosca.

Da quei benedetti 29 miliardi di metri cubi di gas russo  che per il nostro fabbisogno costuiscono una bella fetta (39%). Il restante 60% proviene da Algeria (31%), Qatar (9%), Azerbaigian (10%), Libia (4%). Azerbaigian e (forse) Libia aumenteranno la loro quota.

Egitto e Stati Uniti, via mare, dovrebbero fornire 6-7 miliardi di gas liquefatto (per il quale servono però  i rigassificatori).

Oltre al gas naturale, i piani di Palazzo Chigi includono anche il potenziamento degli approvvigionamenti da fonti rinnovabili ma si tratta purtroppo di soluzioni non immediate. Detto questo è il caso di rimarcare le nostre politiche energetiche folli. Chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati.

1) NO A TUTTO GAS

No al nucleare, no ai rigassificatori, no alle trivelle, no ai gasdotti (ricordate il No-Tap?). Un si’ (prono) invece al gas di Putin. Un sì rischiosissimo. L’addio immediato al gas russo, secondo Bankitalia, significherebbe due anni di Pil negativo e una inflazione all’8%. È lo scenario peggiore in caso di prosecuzione delle ostilità . 

2) RESPONSABILITÀ TRASVERSALI - Non solo i pseudo ambientalisti che hanno accusato le compagnie petrolifere di ogni nefandezza , persino di aver causato il terribile terremoto in Emilia del 2012. Non solo le anime belle del No-Triv uscite sconfitte dal referendum del 2016 sugli idrocarburi in zone di mare (85,85% contro 14,5%) e salvate dalla modesta affluenza alle urne (31,19%) che non ha permesso di raggiungere il quorum. Ma anche i Politici più o meno locali che si sono ribellati a Roma (vedi Galan,Forza Italia, governatore di Venezia) contrario agli emungimenti dal sottosuolo – acqua o metano – perché, a suo dire, causavano un abbassamento del suolo. La giunta Galan aveva notevoli appoggi, persino due ministri del governo Prodi (Ronchi e Rosy Bindi).

3) BOCCIATI 37 PROGETTI 

Continuiamo a farci del male. Ci serve gas ma una legge ha bloccato le trivelle. Stop ai progetti (37). Tutti a casa . Il Ministero della Transizione ecologica ha bocciato – un mese fa- fior di studi finalizzati a trovare nuovi giacimenti nel sottosuolo. Bocciatura secca.

4) LO ZAMPINO DI CONTE NEL CAOS DEL GAS

Anche qui c’è la manina di Giuseppi. I rifiuti  ai progettisti sono da collegare al “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee” varato dal (dimenticabile) governo Conte. Un piano che  è operativo da quattro mesi. Quando si dice il tempismo. Su 108 giacimenti di gas attivi la faranno franca una ventina. Meno del 20%. Se non si fanno deroghe, il Gas Tour non risolverà un granché.