San Gennaro ha "bruciato le tappe", le ampolle con il sangue miracoloso si sono liquefatte all'interno della cassaforte del Duomo, dove erano custodite. Un caso rarissimo che ha lasciato i fedeli a bocca aperta, quest'anno nessuna attesa per il famoso prodigio del patrono di Napoli.

Evento raro: si è verificato solo poche altre volte in passato. È accaduto sabato intorno alle 17, quando a Napoli si è rinnovato il primo dei tre miracoli di San Gennaro.

L'annuncio dell'avvenuto prodigio è stato salutato da un caloroso applauso da parte dei fedeli e dei turisti presenti nella Cattedrale. Il sangue del Martire era già sciolto quando le reliquie sono state prelevate dalla cassaforte della Cappella del Tesoro, attraverso la Deputazione di San Gennaro, alla presenza dell'arcivescovo Domenico Battaglia, dell'abate prelato monsignor Vincenzo De Gregorio e dai componenti della deputazione, presieduta dal sindaco Gaetano Manfredi.

Erano tre anni che a Napoli non c'era la storica processione del Santo Protettore, San Gennaro - prima a causa del maltempo, e poi per i due anni di pandemia - ma quando sono estratte dalla cassaforte, come da rito, le ampolle contenenti il sangue del patrono: era già liquefatto, contrariamente al solito.

La liquefazione, è un segno benaugurante per tutto l'anno, ed è un segno di ottimo auspicio per la città che - credenti o non credenti - ogni anno aspetta con rispetto e deferenza l'antico rito.
Nel miracolo, che si ripete ogni anno da quando è stata istituita la celebrazione molto sentita e partecipata, quello che è accaduto ieri è successo molto raramente durante i secoli dai quali è in vigore la festa. I fedeli presenti hanno comunque applaudito con gaudio: l'importante - per portare fortuna - è che sia liquido.

Contrariamente al solito, non c'è stata la lunga veglia di preghiera per invocare il prodigio. Le reliquie del santo sono state comunque portate in processione dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara, riprendendo così il corteo sacro che da secoli si svolge nel sabato precedente la prima domenica di maggio. La processione manca da tre anni: nel 2019 non si tenne causa maltempo, negli ultimi due anni a causa dell'emergenza Covid. Dopo la preghiera e l'annuncio dell'avvenuto prodigio dello scioglimento del sangue, è iniziato il corteo: migliaia di persone hanno partecipato all'evento. Nel 2020, l'anno della pandemia, il sangue non si è sciolto, lo scorso settembre si è liquefatto dopo tre giorni di attesa.

La processione di sabato, presieduta dall'arcivescovo Domenico Battaglia, era conosciuta come processione degli infrascati, per la consuetudine del clero che vi prendeva parte di proteggersi dal
sole coprendosi il capo con corone di fiori e foglie (frasche, in napoletano). Ne è memoria la corona in argento che sovrasta il tronetto sul quale viene posta la teca con il sangue del santo, che porta al centro un enorme smeraldo, dono della città al suo protettore nel '700, di provenienza colombiana.

Una tradizione centenaria

Nella tradizione, il corteo di fedeli parte dal Duomo con la Teca contenente il sangue, e con il busto del Santo Patrono di Napoli e della Campania, unitamente alle statue di alcuni santi compatroni. In tale occasione si verificava (quasi sempre) l'evento prodigioso della liquefazione del sangue del martire Gennaro. La processione è in ricordo della "traslazione delle reliquie del Santo dal cimitero", posto nell'agro marciano, nel territorio di Fuorigrotta, fino alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate, per questa ragione, di San Gennaro.

Le curiosità del rito
La teca con il sangue del santo usualmente viene tirata fuori dalla cassaforte, nella cappella a lui dedicata, a cura dell'arcivescovo metropolitano, assistito da un alto prelato e dal sindaco della città - per statuto presidente della Deputazione - nonché dal governatore della Regione, Vincenzo De Luca. Durante la celebrazione eucaristica, se si verifica la liquefazione del sangue, l'arcivescovo lo annuncia all'assemblea mentre c'è lo storico sventolio del fazzoletto bianco, a cura di un rappresentante della Deputazione. Al termine, l'arcivescovo porta la teca sul sagrato della Cattedrale per mostrarla idealmente alla città e benedire tutti i napoletani e i campani.

Il miracolo che si ripete tre volte l'anno da secoli
Il miracolo di San Gennaro per fortuna, avviene tre volte durante l'anno: la prima volta a Maggio (appunto ieri), poi il 19 Settembre - la data in cui si ricorda il martirio del santo - ed infine il 16 Dicembre in occasione della "Festa del patrocinio di San Gennaro", che ricorda l'eruzione del Vesuvio del 1631 e la lava che secondo la leggenda, si fermò dal ricoprire Napoli proprio grazie all'invocazione del Santo.

Ai fedeli presenti tra i quali le celebri "parenti di SanGennaro", donne che in primissima fila invocano il miracolo pregando San Gennaro con formule antiche tramandate nei secoli. Il miracolo del 16 dicembre si ripete dallo stesso giorno del 1631, quando, secondo i fedeli, l'intervento di San Gennaro impedì che un'eruzione del Vesuvio distruggesse la città. Il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro è atteso ogni anno in tre date precise: il sabato che precede la prima domenica di maggio (la cerimonia prevede una processione dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara), il 19 settembre (ricorrenza di San Gennaro) e il 16 dicembre.