Un piano per la pace all'insaputa dei protagonisti. Doveva esserci il Papa, ma il Papa non ne sapeva nulla. E doveva esserci Mario Draghi, ma anche il presidente del consiglio era all'oscuro. Così il grido "tutti a Mosca da Putin", come nella fantozziana Pinerolo, si spegne nelle parole di Antonio Capuano, consulente dell'ambasciata russa ed ex parlamentare di Fi. Il viaggio salta o si riduce all'impresa solitaria di Salvini, come in gita premio. E il leader della Lega cambia slogan, dalla pace tout court alla pace fiscale.
L'avvocato Capuano è stato eletto a Montecitorio con Forza Italia a 28 anni, nel 2001. Gia' consigliere comunale a Frattaminore, da parlamentare si è occupato della Campania interna. In un ventennio, ha percorso il tragitto che lo ha portato dal collegio di Acerra al Cremlino. Cosi' invece della sezione distaccata del tribunale di Napoli, si occupa della pace mondiale. "Se Putin era informato della trattativa? Mi sembra chiaro. E alcuni segnali da
Mosca sono pure arrivati", ha detto a Repubblica illustrando i 4 punti del piano che Matteo Salvini avrebbe dovuto proporre a Putin. "Faccio l’avvocato e assisto alcune ambasciate”, ha precisato Capuano a proposito dei rapporti con la sede diplomatica russa, non confermati “per riservatezza". Anche al Carroccio l'avvocato Capuano presta opera di consulenza. "Con Salvini ci siamo confrontati su alcuni dossier" ma senza "un incarico formale", mette a verbale. Il doppio consulente immaginava una road map che partisse dall'individuazione di una sede neutrale per i negoziati, con il premier italiano tra i garanti internazionali e la possibile visita di un'alta personalita' - Papa Francesco - a Mosca e Kiev.

Peccato che i diretti interessati non ne sapessero nulla. Salvini ha 'dimenticato' di informare il presidente del consiglio. E neppure Bergoglio sapeva nulla del ruolo che il Capitano & Capuano gli avevano disegnato. Ma poi, se anche Salvini se ne fosse ricordato, il Papa e il premier avrebbero accettato un incarico costruito in questo modo? L'ipotesi in Vaticano e a Palazzo Chigi non viene neppure presa in considerazione. Tanto più che l'operazione autorizza molti interrogativi. A cominciare dai reali rapporti tra Salvini e l'avvocato.
Il Pd ad esempio parla di uno scenario "profondamente inquietante", considerato che Capuano "non lavora a nessun titolo formale nello staff di Salvini, né ha incarichi di natura pubblica, ma ha una consulenza con l'ambasciata russa", dicono Enrico Borghi e Lia Quartapelle, rispettivamente responsabile Sicurezza ed Esteri del partito di Letta. Visto che il buon nome dell'Italia e del suo governo non possono essere offuscati, Salvini è invitato a chiarire "al Presidente del Consiglio, al Parlamento e agli italiani la natura della propria iniziativa". Al senatore dem Andrea Marcucci, Salvini Mosca, con la sceneggiatura dell'avvocato Antonio Capuano, ricorda "un Totò crepuscolare, tristemente sulla via del tramonto".
Il diretto interessato si difende, sotto le insegne di un hashtag pacifista a tutto tondo: "#Stoparmi", scrive, ignaro di chi gli risponde con le foto in cui imbracciava fucili e mitra a favore di obiettivo. Ma lui non si dà per vinto: "Perfino sulla ricerca della Pace, valore supremo che dovrebbe unire tutti, il Pd con l’elmetto riesce solo a fare polemica. Se la guerra prosegue e si allarga, sarà disastro globale. Letta lo sa?", scrive su twitter.

Ma questa volta non è solo questione di rivalità tra partiti. Il viaggio a Mosca ha destato perplessità forti anche tra i leghisti. Tutti scommettono che ormai non se ne fara' nulla. Del resto era stato Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa al fianco di Mario Draghi, ad auspicare che Salvini si muovesse d'intesa con la Farnesina. Invece non è accaduto, come si premurano di chiarire dalla degli Esteri, precisando che non sono ancora pervenute comunicazioni su viaggi a Mosca. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato netto: "Con Putin ci parla Draghi. La guerra non è un tema da tour estivo". Per questo seppure Salvini decidesse di prendere comunque l'aereo per Mosca, dal governo nessuno seguirebbe un'operazione 'diplomatica' cosi' abborracciata e fuori dalle regole dei rapporti tra Stati. Questo non significa che Salvini non rinunci a parlare con il premier, dopo il consiglio europeo straordinario. Ma sarebbe l'ennesimo appello, non certo uno strumento in grado di impegnare l'agenda di governo.

"Il percorso di pace deve essere in mano alla diplomazia", è il parere netto del governatore veneto Luca Zaia, sempre più insofferente sulle iniziative del segretario. E anche chi difende il leghista, come fa il capogruppo a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, non riesce a mascherare l'imbarazzo per un'iniziativa che "presenta rischi" e per la quale bisogna certo prima informare il governo. E il piano del consulente vicino a Mosca? "Non diamo importanza ai consulenti", glissa romantico Romeo. Lo stesso Salvini, vista la mala parata, slitta da una pace all'altra, da quella senza armi, alla pace fiscale. ""100 milioni di cartelle esattoriali dell'Agenzia delle entrate, più di 1.000 miliardi di euro, un cappio al collo di 15 milioni di italiane e italiani: serve una grande e definitiva operazione di pace fiscale! ", scrive su twitter. Una calamita per commenti sarcastici e sfotto'. "Pace fiscale, cioe' condono", scrive Guido. "Vista la figuraccia sulla partenza in Russia, ripieghi sulla solita fuffetta... Poliedrico", annota Marco Disarò.