di ROBERTO ZANNI
I gioielli italiani sono un'altra grande eccellenza e quando poi si mettono assieme, ecco che diventano irresistibili. Così il mese scorso è nato a New York 'The Italian Jewelry Manifesto' che ha riunito 46 gioiellieri, il top del made in Italy: un luccichio irresistibile che ha portato nella Big Apple oltre 300 buyers, tra i quali nomi grossi americani come Neiman Marcus, Bergdorf Goodman e Zales. Ma la voce si era sparsa anche oltre oceano, ecco allora che da Londra sono giunti altri interessati ospiti.
Riuniti a New York i quattro maggiori centri orafi italiani: Vicenza, Valenza, Arezzo e Torre del Greco, la punta dell'iceberg che ha portato però anche altre aziende provenienti da diverse località della Penisola. "E questo è solo l'inizio - ha spiegato Antonio Laspina, Italian Trade Agency di New York - e per eventi nel prossimo futuro vediamo bene il sud della Florida, il Texas e l'Arizona".
Perchè il 'Manifesto' della gioielleria italiana a New York dedicato agli americani, vuole solo espandersi e le prospettive sono assolutamente speciali. Perchè se generalmente i produttori di gioielli portano varietà di materiali, stili e tecniche, quello che unisce gli aderenti al 'Manifesto' è la dedizione al design e all'artigianato italiano, qualità di altissimo livello e un brand contro il quale nessuno può competere: 'Made in Italy' che vuol dire progettato, fabbricato e confezionato in Italia.
E queste caratteristiche sono riconosciute, apprezzate in tutto il mondo appunto per la loro unicità. E le 46 aziende che hanno 'firmato il Manifesto' probabilmente non sono nomi familiari a tutti, ma se si va a guardare sono quelle che riempiono le boutique di gioielleria in Italia, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Prodotti che sono i più ricercati anche perchè uniscono l'artigianato definito storico con le tecniche dell'high-tech, settore quest'ultimo che vede sempre l'Italia al vertice.
E l'America nel 2021 ha acquistato gioielli italiani per un valore di 1,3 miliardi di euro, il 16% del totale dell'export del settore. E se da sempre gli Stati Uniti sono stati un mercato al top per il made in Italy, con la pandemia si è assistito a un incremento che l'ha portato a diventare il mercato più grande della gioielleria italiana. "Ancora una volta, come era già successo negli anni '90 - ha spiegato Paola De Luca direttrice creativa dell'evento - il Nord America è ancora una volta il primo mercato dell'export, una storia d'amore iniziata molti anni fa che continua e diventa più forte nel 2022 e andando avanti".
E il perchè negli States stia aumentando l'interesse e l'acquisto per il gioiello ha una spiegazione semplice. "Le persone - ha continuato De Luca - sono disposte a spendere perchè vogliono sentirsi bene con se stesse: e stanno investendo nel tempo libero e nel lusso". È anche il 'bling bling' americano, apparire e ostentare, che da tempo è un trend, ma che ora, dopo il lockdown, probabilmente ha un significato ancora più profondo.
"Con l'evento di New York, grazie al supporto di ICE - ha spiegato Claudia Piaserico, presidente di Federorafi - si è dimostrata ancora una volta la capacità dei nostri imprenditori e della nostra offerta di gioielli di soddisfare pienamente i gusti e le aspettative degli operatori d'oltre oceano. E in questa occasione abbiamo anche messo in luce la capacità tutta italiana di introdurre nuove modalità per favorire una presenza più stabile delle aziende, soprattutto quelle più piccole".