Putin
Vladimir Putin (foto: Depositphotos)
di Fabrizio Cicchitto
Una vicenda assai singolare quella costituita dal comportamento della Russia nei confronti dell'Italia. Prima ci sono stati i ripetuti attacchi di Lavrov al ministro degli esteri italiano Di Maio: il suo piano per la pace è stato attaccato a più riprese. Nel contempo l'ambasciatore Razov prima si è recato in procura per denunciare quel grande giornalista che è Quirico solo che è risultato evidente che l'ambasciata deve dotarsi di un buon interprete perché il giornalista italiano non aveva affatto auspicato e progettato un attentato contro Putin. Ma l'eccesso di zelo combina brutti scherzi.
Poi sempre questa figura fuori dall'ordinario di ambasciatore che è un impasto di arroganza e di prepotenza ha pensato bene di scrivere una lettera minatoria ai deputati della Commissione Difesa della Camera per aver dato via libera all'invio delle armi. È un vero peccato che né il presidente della Camera né il presidente della Commissione Difesa abbiano risposto a questo signore che non può interferire nei lavori di un libero Parlamento. Poi se c è un Paese in Europa che ha consentito a presidi giornalisti russi di intasare con i loro slogan le televisioni, questa è stata l'Italia, unico paese europeo.
C'è di più: solo in Italia è avvenuto che il ministro degli Esteri russo Lavrov abbia potuto fare in prima serata un comizio durato 45 minuti senza contraddittorio durante il quale il giornalista che teneva in mano il microfono non lo ha interrotto nemmeno quando egli ha detto che Zelensky è un ebreo nazista paragonabile a Hitler e che nel passato gli ebrei sono stati i peggiori antisemiti.
C'è' voluta una protesta del governo israeliano per costringere Putin a una imbarazzata rettifica rispetto a questi vaniloqui indegni di un ministro degli Esteri. Naturalmente siccome non siamo in Russia ma in Italia, le balle riversate sui teleschermi dai funzionari russi talora hanno avuto delle risposte. Adesso non temendo di cadere nel grottesco, il governo e il sistema mediatico russo protestano per una pretesa russofobia esistente in Italia, laddove invece c'è stato solo un libero dibattito.
Sembra una grottesca versione della favola di Esopo. Sembra anche però che il "sistema Putin", la cleptocrazia fondata sugli oligarchi, abbia creduto che, avendo speso tanti soldi in Italia, comprando non solo oggetti di lusso, ville, residenze, ma anche leader politici, professori, giornalisti di terz'ordine, allora aveva omologato tutto il sistema mediatico italiano quasi che si trattasse di una versione mediterranea della Transnistria.
Di una persona però né Putin né Lavrov e neanche Pescov si possono lamentare. Nei secoli fedele Salvini, dopo qualche giorno di silenzio, è tornato in campo, ha attaccato più volte Di Maio, si è tramutato in pacifista cattolico al punto tale che sembra una grottesca versione alla Crozza di Papa Francesco. Ecco, tanti italiani hanno deluso e tradito le speranze degli amici russi, ma non Salvini che sta fermo lì, come torre che non crolla. Visti i servizi resi dal suo capo, forse sarebbe giusto organizzare per il camerata Savoini (nazista non fascista, non facciamogli torto) un altro soggiorno all'hotel Metropol, possibilmente gratificandolo con qualche risultato positivo.