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La crisi del grano non è l’unica. Certo, il bluff di Putin in fondo è un trappolone: gli serve per ribaltare sull’Occidente le accuse di affamare un terzo del pianeta.

Indubbiamente il grano resta il tema dominante. Il più angoscioso. Fa male scoprire che nei magazzini dell’Ucraina sono fermi (in ostaggio russo) milioni di tonnellate di cereali mentre ci sono almeno una decina di Paesi a rischio fame. E tra questi ci sono Paesi africani, asiatici. Bisogna fare presto e bene se si vuole scongiurare una catastrofe alimentare dalle conseguenze incalcolabili.

OLTRE IL GRANO - E ci sono porti da sminare per far passare in sicurezza le navi mercantili. Un rebus. Una lotta contro il tempo. Ciò detto vediamo le altre materie prime a rischio, fornite un tempo dalla Russia e ritenuti “elementi critici per l’industria europea”

PALLADIO - In Italia è utilizzato per ridurre le emissioni negli scarichi dei motori. Prezzi aumentati dell’80%

NICHEL - Viene usato per fabbricare acciaio inox e per produrre le batterie delle auto elettriche. Prezzi alle stelle con picchi del 135%.

POTASSIO - Prezzo triplicato. Il potassio serve per realizzare fertilizzanti . Ergo, i prezzi dei concimi sono esplosi. Agricoltori in allarme.

URANIO - Elemento fondamentale per alimentare le centrali nucleari di tutto per mondo. Ecco perché gli Stati Uniti d’America non hanno inserito l’uranio nelle sanzioni.

ALLUMINIO - Serve per imballaggi, nell'edilizia, nei trasporti. Il 5% del metallo che viaggia nel mondo è russo.

NEON - È un gas nobile, quasi inerte e incolore. L’Ucraina è leader mondiale nella produzione di neon. Un gas in grado di produrre una fluorescenza rossastra usata nelle lampade dette appunto “al neon”.