Gas (foto Depositphotos)

Franco Esposito

L'Europa prepara i razionamenti. In Francia il governo studia la razionalizzazione del colosso energetico Edf. “Il taglio delle forniture è lo scenario più probabile”, annuncia il ministro Le Mair. La Germania è il Paese europeo xhe maggiormente dipende dal gas russo, non avendo diversificato le sue fonti. 8Berlino si prepara al peggio, Le prime misure di austerity sono già partite. Secondo il cuore dell'Ue, Bruxelles, se Putin dovesse fermare completamente le forniture di gas naturale, l'Europa dovrà tagliare in consumi del quindici per cento.

Ma l'Italia, ce l'ha davvero un piano per fronteggiare in maniera adeguata il probabile stop delle forniture di gas dalla Russia? Se Mosca chiude i gasdotti, il piano italiano prevede due gradi in meno anche nelle case e lampioni spenti. Il governo italiano ha stanziato intanto 20 milairdi per contendere gli effetti della crisi energetica su famiglie e imprese. Nelle centrali si torna intanto a usare il carbone. Ma, per ora, siamo solo al primo stadio del piano d'emergenza. Quello di preallarme.

E se la situazione dovesse precipitare, con il taglio totale delle esportazioni da parte della Russia? Allora, ma solo allora, scatterebbe immediatamente il livello di emergenza. L'Italia farebbe inoltre ricorso alle riserve strategiche. Ovvero ai depositi dove viene immagazzinato il gas degli operatori durante l'estate. Non vorrebbe eslcuso il ricorso, da parte del governo italiano, all'uso delle riserve strategiche. Quel quantativo non destinato alla commercializzazione. Il tutto, ovvero ogni soluzione, comprese eventualmente quelle di emergenza, verrebbe comunque attuata fino a quando il gas russo non verrà sostituito da forniture provenienti da altri Paesi produttori in Europa.

Nella sua interezza il piano prevede una serie di interventi che vanno dal “razionamento” del gas alle industrie energetiche al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. In tutta Europa le hanno riaccese proprio mentre stavano per andare in pensione.

Anche l'Italia è stata costretto a farlo. Il piano di emergenza del governo Draghi prevede che le sei centrali ancora in attività aumentino la produzione di elettricità. Due impianti si trovano in Sardegna, e servono in pratica solo per l'isola; le altre sono a Venezia, Civitavecchia, Brindisi, Monfalcone.

Messe in moto nelle ultuime settimane, le sei centrali coprono  finora l'8% del fabbisogno di energia elettrica. Il doppio delle media degli ulitmi due anni. L'obiettivo finale è sostituire cinque milairdi di metri cubi di gas.

Prevista anche una stretta per le aziende. Il governo si è aggiudicato una serie di forniture alternative. Operazione possibile grazie alla sua controllata Eni. Ma potrebbe non bastare per sostituire il fabbisogno di gas durante il prossimo inverno. Le temperature negli uffici non potranno essere superiori ai diciannove gradi d'inverno e inferiori al ventisette d'estate. Verrà ridotto anche il numero di ore d'accensione durante la giornata.

La riduzione passa anche dall'illuminazione pubblica: verranno spenti i lampioni sulla rete stradale cittadina. E scatterà una sorta di coprifuoco per l'illuminazione di edifici storici e monumenti.

Lo stanziamento governativo di treenta miliardi riguarda molteplici aspetti della crisi energetica. Una mannaia anche questa sul capo di famiglie e imprese. Lo stanziamento non è finalizzato in esclusiva al contenimento degli aumenti delle bollette. Riguarda e va sostenere le imprese colpite da effetti collaterali. Uno per tutti, il costo dei trasporti. Tre miliardi sull'unghia sono serviti ad azzerare i rincari previsti dal primo luglio scorso fino al 30 settembre. Ma l'impegno di spesa del governo non potrà fermarsi a questo aspetto della questione, peraltro di fondamentale importanza.

Le quotazioni del gas sui mercati finanziari sono rappoppiate. Da qui la necessità di scovare forniture alternative al metano russo. Normale e conseguente l'aumento della domanda. Ne risente il non contenimento dei prezzi. Un ulteriore aumento si è avuto con l'obbligo, da parte dell'Ue, di riempire gli stoccaggi fino al novanta per cento della loro capacità. Tramite Snam, il governo italiano è dovuto intervenire per coprire una parte degli acquisti.

Un'odissea senza fine.

Come il resto dell'Europa, anche l'Italia cerca forniture alternative alla Russia, per fronteggiare l'emergenza gas. L'altro imperativo è guadagnare tempo.