di Matteo Forciniti

Sostituire un calciatore nel corso di una partita può rappresentare uno dei momenti più difficili nel lavoro di un allenatore in grado talvolta di provocare forti scontri. Per superare questi ed altri problemi che sorgono quotidianamente il direttore tecnico del Peñarol Mauricio Larriera ha deciso di affidarsi alla filosofia di Carlo Ancelotti attraverso la lettura del suo libro “Il leader calmo”.

Una curiosità, questa, che è saltata fuori in conferenza stampa al termine dell’ultima partita del Peñarol pareggiata 0 a 0 contro il Fénix per la Prima divisione del campionato Uruguayo. 

Amplificato dal risultato deludente, un episodio ha catturato l’attenzione dei tifosi e dei giornalisti al termine dell’incontro: a essere protagonista è stato l’attaccante Ruben Bentancourt -due brevi parentesi in Italia con Atalanta e Bologna e una stagione all’Arezzo nel 2016- sostituito nel corso della ripresa con un notevole fastidio nei confronti della decisione. Una situazione abbastanza comune sui terreni di gioco.

“Quando tolgo i giocatori voi sapete che non li guardo” ha affermato Larriera in conferenza stampa. “Si presenta sempre il problema se escono arrabbiati oppure no. Siamo sempre da entrambe le parti perché se escono senza mostrare nulla qualcuno dice che non gliene importa niente, se escono arrabbiati allora è una mancanza di rispetto”. “Per me è tutto normale” ha sentenziato il tecnico mettendo a tacere ogni polemica ed entrando poi nel merito degli insegnamenti dell’illustre collega italiano, fresco vincitore della Champions League con il Real Madrid: “Episodi del genere nel calcio sono molto frequenti, si vedono ovunque. Personalmente, io non li considero una mancanza di rispetto. Da un anno e mezzo cerco di risolvere questo tipo di problemi in un certo modo e ciò mi da tranquillità”.

Il grande cambiamento, a suo dire, è stato provocato dal libro “Il leader calmo. Come conquistare menti, cuori e vittorie” edito da Rizzoli in Italia e in spagnolo intitolato “Liderazgo tranquilo”. “Quando sono arrivato al Peñarol” -ha raccontato- “mi chiedevo se il mio modo di allenare fosse applicabile a questo ambiente. E adesso che sto leggendo il suo libro posso dire che ho un modo di allenare simile al suo. Ancelotti è un punto di riferimento della direzione tecnica, un fenomeno che ha vinto in ogni paese dove è stato”.

Quella che si è appena conclusa è stata una stagione all’insegna dei record per il tecnico emiliano. Oltre ad aver conquistato la quarta Champions (due con il Milan e due con il Real), Carletto Ancelotti è riuscito a centrare un altro record nella storia del calcio essendo l’unico allenatore ad aver vinto i cinque campionati europei più importanti partendo dalla Seria A con il Milan nel 2004 e poi a seguire: la Premier League con il Chelsea (2010), la Ligue 1 con il PSG (2013), la Bundesliga con il Bayern Monaco (2017) e l’ultima Liga spagnola con il Real Madrid.

Leader calmo e silenzioso capace di adattarsi a ogni contesto e molto apprezzato dai suoi giocatori per la lealtà e la schiettezza, le qualità di Ancelotti sono ben note e fanno scuola ovunque anche in Uruguay con Mauricio Larriera: “Quando sono arrivato al Peñarol molte persone mi consideravano un debole. Una delle mie più grandi soddisfazioni è stata quella di riuscire a vincere il campionato Uruguayo nel 2021 con uno stile che mi rappresenta tantissimo, con una squadra che gioca bene e con una leadership umana dove non si è mai mancato di rispetto. Faccio un ripasso delle cose che ho vissuto perché sono in questo meraviglioso club da 18 mesi e curo molto tutti i dettagli. Quando accadono episodi di questo genere -che sono sempre esistiti- sento che la mia autorità non viene attaccata” ha concluso l’allenatore.