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di Lucio Fero

Avverte un sintomo, più o meno leggero o anche relativamente pesante: un mal di gola, un tossire, astenia, un po' di febbre. Compra un tampone fai da te, si fa da solo l'esame diagnostico a casa. L'esito del tampone casalingo dice: positivo al Covid. L'esito resta assolutamente casalingo, non comunica alla Sanità pubblica la sua condizione di positivo, non vuole grane e limitazioni di movimento. E soprattutto e maledettamente, se il sintomo è leggero o comunque a suo personale giudizio sopportabile, continua a uscire di casa, incontrare gente, andare in giro. Non così fan tutti ma così fanno in molti, moltissimi, si stima siano almeno un milione a far così, qui e oggi. E tanti, tantissimi così hanno fatto, così si sono comportati nelle settimane del grande contagio estivo.

Nemici della salute pubblica - Sono i positivi al Covid travestiti da sani, si pensano come liberi individui che fanno libera scelta, sono di fatto nemici della salute pubblica. Sono il motore di un contagio montante che al 12 luglio (luglio!) ha toccato 142.967 nuovi casi censiti e ha fatto nello stesso giorno 157 morti. A luglio...che sarà ad ottobre/novembre? Locatelli, a nome dell'Istituto Superiore di Sanità ha detto che vestirsi, travestirsi, mascherarsi da sani quando si è positivi e quindi contagiosi è questione di coscienza civile e morale. Civismo ed etica pubblica nella nostra vita collettiva sono edifici con grandi falle, campi non sempre arati, talvolta abbandonati. Se l'antidoto ai positivi travestiti da sani devono essere la coscienza civile e quella morale, troppe volte l'antidoto sarà assente e indisponibile.

L'unica e impossibile: vietare il tampone fai da te - Viviamo in una società i cui comportamenti collettivi indicano una sola strada, al tempo stesso unica nel risolvere e impossibile da imboccare e percorrere. Quella di vietare i tamponi fai da te. Una rinuncia che sarebbe mortificante, un mettere un limite ad una libertà perché l'irresponsabilità civile e l'indifferenza etica non hanno argini.