Franco Esposito

Emergenza criminalità a Napoli. L'infinita escalation di episodi di violenza. A Forcella, cuore di ogni nefandezza, le telecamere presto diventeranno attive. La promesssa porta la firma del ministro Lamorgese. Una brusca accelerazione sulla videosorveglianza: sciolti tutti i nodi burocratici con Telecom. Occhi elettronici non funzionanti o privi di corrente saranno riattivati a breve in via Roma e ai Decumani. Le telecamere presenti in città sono sulla carta settecento. 

Recenti episodi di matricc eslcusivamente criminale hanno insanguinato Napoli. E continuano ad insanguinarla, protagonisti i giovani con coltelli. Le lame sfregiano la città. 

Notte da incubo all'ospedale Pellegrini: in poche ore al pronto soccorso sono arrivati una giovane nigeriana sfregiata al volto e un minorenne accoltellato all'addome. "Napoli è armata e violenta", ha commentato Giuseppe Fedele, chirurgo di urgenza all'ospedale dei Pellegrini. Napoli si appropria di un nuovo triste, drammatico record: quello dei raid per futili motivi: bande di ragazzini girano di notte armati di coltelli. La scia di panico insozza alcuni quartieri della città. 

Al Molosiglio, non distante dalla sede del glorioso Circolo Canottieri Napoli, l'episodio di sangue più recente. La rissa con accoltellamento al termine di una partita di calcetto. L'accoltellato è un tredicenne. Non ci sono più parole, non possono esserci, se non l' indignazione massima. E in poche ore, ancora un  episodio di violenza: coinvolto sempre un minorenne. 

Una partita di calcetto tra giovanissimi ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Al campetto del Molosiglio, in zona Molo Beverello, non distante da Palazzo Reale, si erano dati appuntamento due squadre i ragazzi appena adolescenti. Una partita di calcetto il motivo del meeting. Una formazione proveniva dai Quartieri Spagnoli, l'altra dalla zona della Torretta. 

Il campo di gioco un terreno ormai da anni e anni privo di manutenzione, Pare che la miccia, l'accensione degli animi, sia scaturita da un  intervento di gioco troppo duro. I giovanissimi giocatori sono venuti alle mani. Alla rissa si sono aggiumti gli spettatori evidentemente anch'essi surriscaldati dall'atmosfera. Tra di loro c'è anche in tredicenne. 

La partita si  trasforma rapidamente in un furioso corpo a corpo. Spunta una lama, il cui proprietario non è stato ancora identificato. Un coltello, forse un serramanico, ferisce il tredicenne alla regione pubica. Effettuati gli accertamenti, i medici dell'ospedale Pellegrini, nel quartiere Montecalvario, due passi due da via Roma, dove il ragazzo è stato trasportato, accertano la non gravità della ferita. Il tredicenne viene riaffidato ai genitori con una prognosi di otto giorni. 

I carabinieri della compagnia Napoli, prontamente allertati, si mettono al lavoro con l'obiettivo di scoprire l'identità dell'accoltellatore. Compito non facile, intanto perchè il tredicenne accoltellato afferma di non conoscere il suo aggressore.

L'ennesimo episodio di violenza fa venire i brividi. Siamo ormai a decine di casi alla settimana, protagonisti soprattutto gli adolescenti, Che gli è preso a questi gruppi di napoletani giovanissimi? 

La lama durante la partita di calcetto al Molosiglio e poco prima un ragazzo si era presentato al Vecchio  Pellegrini con una ferita d'arma da taglio al fianco. Ai medici ha riferito di essere stato vittima di un tentativo di rapina. I malviventi, davanti alla sua reazione, avrebbero  reagito con una coltellata. Mera fortuna ha evitato che il fendente colpisse parti vitali. Secondo gli inquirenti, potrebbe trattarsi però di una versione di comodo, quella del presunto tentativo di rapina, 

Salvo pochi insignificanti dettagli, tutti i racconti di quesit giovani e giovanissimi feriti da coltellate sembrano infatti identici. E le vittime non conoscono mai l'identità del feritore. La violenza degli aggressori nasce e si sviluppa a causa della reazione di chi si rifiuta di consegnare lo scooter o piuttosto il cellulare o i soldi. Le bugie degli aggrediti rendono ovviamente più complesso il lavoro degli investigatori. L'identificazione dei responsabili. 

Spesso, sempre più spesso, gli accoltellamenti sono la conseguenza di liti, innescate da futili motivi, coinvolgendo  vere e proprie bande di giovanissimi, Risse che scoppiano nelle zone del centro di Napoli, diventato il ritrovo della cosiddetta movida. Complici abituali l'alcol o altro, uno sguardo o una parola di troppo. Scintille che appiccano incendi di squallida violenza. 

Talvolta capita, una tantum, che lo sfregiatore sedicenne si penta e chieda perdono. "Nutro ancora dei sentimenti e sono profondamente dispiaciuto, è stato un lapsus", ha scritto a penna una lettera di scuse all'ex fidanzata dodicenne sfregiata al volto la notte tra l'11 e il 12 luglio. Ancora non ha compiuto sedici anni il ragazzo dei Quartieri Spagnoli accusato di aver provocato "lesioni permanenti al viso della giovanissima ex". Il giudice di sorveglianza ne ha convalidato il fermo. Il ragazzo sarà trasferito in un istituto di pena minorile, rischia quattordici anni. Gli viene contestato infatti l'articolo 783 quinquies del codice penale. 

Il feritore della ragazzina già si trovava in regime di "messa alla prova" per un reato di resistenza a pubblico ufficiale. Aspetti di un curriculum delinquenziale comune, presente que e là, e sempre pià spesso, nella città dei giovani. 

Se quelle settecento telecamere cominciassero a funzionare seriamente, Napoli potrebbe cominciare a erigere un minimo di argine a questa forma di violenza giovanile dilagante. La città è bagnata da questo sangue notturno assurdo spesso bambino. E si rivedono scippi e rapine, povera Napoli senza pace.