Mario Draghi (foto depositphotos)

In attesa del D-Day di domani, ieri il premier (dimissionario) Mario Draghi è stato in missione con sei ministri in Algeria, Paese che “è diventato il primo fornitore di gas dell’Italia e l’annuncio dei 4 miliardi di metri cubi di gas dei giorni scorsi rappresenta “una accelerazione rispetto a quanto previsto” dagli accordi e “anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni”.

Parole, queste, dette al termine del vertice intergovernativo ad Algeri con il presidente Abdelmajid Tebboune. Il principale obiettivo della missione del premier è aumentare la quota di importazioni di gas dal Paese per raggiungere l’indipendenza dal gas russo. Soprattutto gas, ma non solo. Una decina di accordi e memorandum d'intesa rafforzano il rapporto dell'Italia con l'Algeria, ancora più strategico da quando il Paese è diventato il maggior fornitore di gas, compensando e superando i flussi ridotti dalla Russia. Il presidente del Consiglio ha dovuto accorciare la missione prevista per il IV vertice intergovernativo italo-algerino, (è tornato già ieri sera a Roma perché domani sono attese le sue comunicazioni in Aula sulla crisi di governo), ma il risultato è stato raggiunto. "L'Algeria è un partner molto importante per l'Italia, per l'energia, l'industria, ma anche la lotta alla criminalità organizzata e la collaborazione per il raggiungimento della stabilità nell'area del Mediterraneo", ha detto Draghi.

“Il vertice - ha aggiunto il primo ministro - è anche l’occasione per riaffermare l’impegno di Italia e Algeria per la stabilità e la prosperità del Mediterraneo, messe a dura prova dall’invasione russa dell’Ucraina. L’Italia è da tempo impegnata in prima linea per sbloccare il transito di cereali dai porti del Mar Nero ed evitare una crisi alimentare catastrofica. Gli sviluppi nei negoziati in Turchia della scorsa settimana sono un segnale incoraggiante, che ora deve essere consolidato”.

Come ricordato dal primo ministro Tebboune, che ha definito Draghi “un amico” c'è accordo con l'Italia anche sugli aiuti alla Libia, per il passaggio a un governo stabile attraverso libere elezioni, e sull'appoggio alle iniziative delle Nazioni Unite nella risoluzione dei conflitti nel Sahara occidentale. “Teniamo allo sviluppo delle relazioni storiche con l'Italia”.