DI PIETRO SALVATORI

L'assemblea del Movimento 5 stelle va avanti da circa quattro ore quando prende la parola Riccardo Fraccaro. L'ex sottosegretario a Palazzo Chigi da giorni è annoverato tra coloro che nel partito sono scettici sulla linea seguita da Giuseppe Conte. "Spero che resteremo sulla barca, non voglio andare fuori dal Governo perché poi c'è il caos", ha detto giovedì scorso a un convegno di costruttori a Siena, prima di postare su WatsApp un fotomontaggio con il capo politico alla consolle del Papeete, con tanto di mojito in mano.

E insomma Fraccaro prende la parola in assemblea e chiede delucidazioni. Gli risulta che Mario Draghi abbia rassicurato il capo politico M5s sul superbonus, che gli abbia spiegato prima del "non voto" della fiducia sul decreto Aiuti che avrebbe interessato la struttura di Palazzo Chigi a formulare con il ministero dell'Economia una "proposta risolutiva" per le cessione dei crediti. Per un istante, racconta chi c'era, in assemblea è caduto il gelo.

Perché proprio una rassicurazione di questo tipo era ed è in cima alla lista delle richieste del Movimento 5 stelle, e nessuno dubita delle parole di Fraccaro, essendo da sempre nel partito il principale promotore della superbonus, elevato a personale battaglia politica. Ma soprattutto perché, a detta di Fraccaro, quel segnale era arrivato forte e chiaro, addirittura con la proposta di aprire un tavolo per valutare le soluzioni, e di tutto questo Conte ha sempre taciuto sia pubblicamente sia nelle assemblee dei parlamentari.

Le chat tra i governisti esplodono: "Lo vedi? Dice solo quello che vuole lui perché ha già deciso, ci vuole portare a votare". Per un parlamentare la faccenda è grave: "Se un elemento così determinante viene taciuto vuol dire che ci prendono in giro e non ci danno tutti gli elementi per giudicare il momento, questa cosa mi preoccupa". E dopotutto lo stesso Conte, motivando le scelte di non votare la fiducia, mercoledì scorso spiegava ai gruppi che doveva "registrare una disponibilità del presidente Draghi a venirci incontro su tutti i punti", pur senza scendere nello specifico.

Raccontano che l'assemblea sia andata per qualche interminabile momento in apnea, che "Conte è sbiancato per un momento", prima di confermare nella sostanza quanto svelato da Fraccaro: "C'è stata una disponibilità a proseguire il confronto tecnico - ha ammesso Conte - ma non c'è stata alcuna proposta concreta". Risposte che probabilmente sarebbero state date entro la fine di luglio, proprio quell'orizzonte temporale che indicava il capo politico M5s dopo l'incontro con Draghi della scorsa settimana, disintegrato dal dietrofront e dalla decisione di sfilarsi dalla fiducia all'esecutivo e dalla successiva escalation dei toni. O almeno è quello di cui sono convinti diversi parlamentari governisti, infuriati per essere stati tenuti all'oscuro. Uno di loro aggiunge sibillino: "Anche sui soldi in busta paga per il salario minimo sono arrivate aperture concrete, ma anche quello non è stato detto".