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Una recente ricerca della Fondazione Di Vittorio-Cgil ha realizzato uno studio sul mondo del lavoro in Italia; uno studio che mostra un quadro non proprio esaltate per una nazione che invecchia visibilmente e in piena crisi demografica, a cui appunto si aggiunge una difficile situazione del mercato del lavoro. Nella nota si legge, infatti, che "fra vent'anni il bacino dei potenziali lavoratori subirà una netta diminuzione, -6,8 milioni di persone, mentre la popolazione non in età da lavoro (under 15 e over 64) registrerà una robusta crescita, +3,8 milioni di persone”. Come spiega il Presidente della FDV Fulvio Fammoni “le persone in età da lavoro da febbraio 2020 a maggio 2022 sono calate di circa -600 mila. Gli occupati a febbraio 2020 erano 22,341 milioni, a maggio 2022 sono 22,293 milioni (circa -50 mila); il tasso di occupazione di febbraio 2020 era del 59,0%, quello di maggio 2022 del 59,8%. Quindi, con un numero simile di occupati, il tasso di occupazione è aumentato dello 0,8%”. Secondo la Fondazione, sarà quindi necessario e urgente intervenire il prima possibile "sulle condizioni di lavoro, sulla precarietà, sui salari e sul regime di orari" e cambiare le politiche migratorie in entrata e in uscita, sia numericamente che dal punto di vista dei diritti delle persone". Interventi che la Fondazione Di Vittorio auspica ma che, se non accompagnati anche da misure di natura più strutturale, non saranno comunque necessari. "La caduta delle nascite (nel 2021 si scende sotto le 400 mila) è legata, oltre che all'andamento demografico della popolazione, a molti altri fattori tra cui mancate politiche di conciliazione, scarsità di servizi e concreti interventi a sostegno della natalità, ma la sua forte accelerazione va analizzata anche con un approccio diverso da quello tradizionale" sottolinea il rapporto. "L'aggravarsi di scenari sanitari, economici e sociali ha sempre giocato un ruolo fondamentale nelle scelte delle persone, provocando picchi particolarmente negativi di natalità. Si accentuano elementi di sfiducia verso il futuro di cui come è noto l'occupazione, è un elemento fondamentale. Gli interventi quindi devono contemporaneamente avere caratteristiche di immediatezza e di strutturalità”. Per la segretaria confederale Cgil, Tania Scacchetti i dati della FDV “non sono semplici numeri, non indicano solo un calo demografico, ma una prospettiva inquietante per il futuro del nostro Paese. Di questo si dovrebbe discutere ora in campagna elettorale perché servono risposte immediate e scelte strutturali.