Dopo la sentenza di primo grado del processo ai mandanti della strage della stazione di Bologna “è difficile confondere le acque con piste assurde”, scandisce il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, nel suo intervento a Palazzo D’accursio. “Il 2 agosto è un momento di ricordo e memoria, ma oltre alla memoria ci vuole la conoscenza. È bene che non ci si limiti alla memoria”, ammonisce Bolognesi. “Finalmente il processo ai mandanti con la sentenza di primo grado è arrivata una svolta importante, che ha confermato le nostre intuizioni: la strage è stata organizzata e finanziata dai vertici della Loggia P2, é stata protetta dai servizi segreti deviati ed eseguita da mano fascista. Difficile ora confondere le acque con piste assurde”, conclude.

"UNA NUOVA ERA DI VERITÀ SI È APERTA"

Dal palco di piazza Medaglie d’oro, poi, Bolognesi dirà che con i processi in corso “una nuova area di verità si è aperta”, ripercorrendo gli sviluppi che hanno portato alle condanne di primo grado nel procedimento contro i mandanti. “Una verità che racconta di un fenomeno criminale sistemico ratificato e costante volto a condizionare la libertà e la democrazia. Non si tratta solo di storia passata, ma di attualità. Gli ultimi depistaggi sono stati commessi nel 2019″, ricorda.

BOLOGNESI: "VALE ANCORA LA PENA DI LOTTARE, SIAMO SOLO ALL’INIZIO"

La ricostruzione della verità sulla Strage di Bologna e sugli altri crimini dell’eversione nera grazie ai processi in corso che stanno facendo luce su reti, protezioni e depistaggi, “si ricompone”. Per il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della bomba alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi, è solo l’inizio. “Quanto emerso è solo l’inizio per uscire dalle logiche di ricatto che hanno condizionato e ancora condizionano la nostra vita democratica. Siamo solo all’inizio“, ribadisce dal palco di piazza Medaglie d’oro dove, oggi, ancora una volta, è risuonato il triplice fischio del treno che ricorda le 85 vittime e i 200 feriti dell’attentato fascista. “Sono passati 42 anni e siamo solo all’inizio. Questa frase può sembrare una sconfitta, ma non lo è. Se la posta in gioco è la ricostruzione di un Paese che possa finalmente essere davvero libero, democratico e trasparente, vale ancora la pena di lottare“, dice Bolognesi raccogliendo gli applausi delle persone venute in piazza a ricordare. “Per noi familiari delle vittime fare la propria parte significa continuare a perseguire giustizia e verità. L’unico modo per convivere con il lutto è trovare pace nella giustizia. Come fare la propria parte, ce lo avete insegnato per primi voi: 42 anni fa molti di voi sono rientrati dalle ferie per prestare soccorso; alcuni scavando con le mani tra le macerie ci hanno salvato la vita; tutti voi, stando ogni anno qui al nostro fianco, date forza e aggiungete valore al nostro impegno”, prosegue Bolognesi. “Facendo la propria parte, un’azione alla volta, una scelta alla volta, si può cambiare il mondo. Di fronte a questa splendida piazza viene da dire che facendo la propria parte, se anche tutto sembrerà difficile, nulla sarà davvero impossibile”, conclude.