di ROBERTO ZANNI
Una storia d'amore che risale al 1961. Una storia indelebile che accoglie alcuni dei momenti magici dell'industria automobilistica americana. L'ha raccontata Nicola Bulgari, nome arcinoto nel mondo, una famiglia che rappresenta uno dei made in Italy più ricercati e prestigiosi. Ma questa volta non si tratta di preziosissimi monili da indossare, ma un altro genere di gioielli: sulle quattro ruote. E Nicola Bulgari incarna anche uno dei collezionisti più celebri in particolare per le auto americane. Modelli irripetibili, modelli appunto da museo, come quello che Bulgari ha creato in Pennsylvania ad Allentown divenuta un po' la capitale del mondo per gli appassionati, i collezionisti, ma anche solo chi per una volta vuole vedere da vicino, alcuni esemplari ormai presenti solo nei film. Non tutti però hanno la possibilità di attraversare l'Atlantico e recarsi al NB Center for American Automotive dove sono raccolti oltre 150 modelli, il museo più grande che ha anche altre due succursali a Roma, dedicato esclusivamente alle auto di produzione a stelle e strisce appartenute ai Papi e il terzo in Toscana, a Sarteano, una specie di atelier dell'auto, un piccolo museo che ha anche la particolarità di emanare un'atmosfera familiare che è difficile, se non impossibile, incontrare da altre parti.
Ovviamente la sede statunitense in Pennsylvania rappresenta il grande fiore all'occhiello della collezione d'auto di Nicola Bulgari che è anche, per i modelli  e il periodo, davvero unica al mondo. Ecco fatta questa premessa, trovare in una piazza italiana rappresentanti di questo mondo straordinario delle quattro ruote fino a oggi è stato impossibile. Ma Senigallia l'altra settimana ha potuto regalare agli appassionati un assaggio della grande collezione Bulgari. Una esposizione, nell'ambito del Summer Jamboree, voluta da Bulgari in collaborazione con l'Automotoclub Storico Italiano al Foro Annonario della città marchigiana.
"La prima auto storica made in USA che ho acquistato - così è iniziato il racconto di Nicola Bulgari sulla sua straordinaria collezione - è stato nel 1961 ed era una Buick del 1937. Da quel momento ho capito che le vetture di quegli anni dovevano essere recuperate e preservate. Dalla metà degli anni Cinquanta l'industria automobilistica americana è cambiata radicalmente con un eccessivo aumento delle dimensioni e una sorta di follia per le pinne: questo ha portato alla degenerazione del design e della qualità, lasciando libero il terreno a costruttori europei e asiatici che si sono concentrati su vetture più razionali". Così per poter assaporare, sentire il profumo della grande produzione USA si deve dare ascolto a Nicola Bulgari che ha presenziato all'evento insieme ad Alberto Scuro, presidente dell'ASI, Automotoclub Storico Italiano. E non si può che dargli ragione dopo aver visto esposte, luccicanti come se fossero appena uscite dalla fabbrica, la Buick 61 Sedan del 1934 e la 41 Sedan del 1938, poi la straordinaria Packard Super Eight Touring Sedan del 1939, la de Soto S20 Business Coupé del 1940, la Cadillac Serie 61 Coupé del 1941, la Oldsmobile Serie 98 del 1941, la Nash Serie 4269 Ambassador del 1942, ancora Buick con la 76C Roadmaster del 1947 e la 79 Roadmaster del 1951 e infine un altro nome leggendario: Studebaker con la Champion De Luxe del 1948.