Il presidente dell'Ucraina, Zelensky (foto depositphotos)

La guerra in Ucraina ha fatto segnare, ieri, il 168esimo giorno di combattimenti. La scorsa notte, le forze russe hanno preso di mira la città di Nikopol bombardandola: 13 civili sono morti ed altre 2 persone sono rimaste ferite. Il conflitto, ha dichiarato intanto il presidente ucraino Volodomyr Zelensky, "è iniziato con la Crimea e deve finire con la Crimea, con la sua liberazione". Proprio sulla penisola sul Mar Nero, teatro di feroci combattimenti, sono state segnalate diverse esplosioni in una base militare russa. Nel frattempo, per rafforzare l'offensiva nel Donbass e le difese contro i previsti contrattacchi di Kiev nel Sud, Mosca ha messo insieme una nuova importante formazione di forze di terra, il terzo Corpo d'armata, con sede nell'oblast di Nizhny Novgorod (a est della capitale russa), in larga parte costituita da volontari.

Lo afferma in un tweet il report aggiornato di intelligence del Ministero della Difesa britannico. Sullo sfondo tiene sempre banco l'allerta sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia (è la più grande d'Europa), teatro, nei giorni scorsi, di pericolosi bombardamenti e raid. In uno di questi, secondo l'agenzia Ukrinform, sarebbe rimasta uccisa una donna. Mosca, infine, ha chiesto una riunione ad hoc del Consiglio Onu su quelli che ritiene "recenti attacchi ucraini contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia e le catastrofiche conseguenze che potrebbero comportare".