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Se non verrà invertita la rotta della natalità con misure strutturali nel 2050 l’Italia avrà 5 milioni di abitanti in meno: solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità. Sono alcuni dei dati Istat illustrati dal presidente Gian Carlo Blangiardo, intervenuto agli Stati Generali della Natalità, in corso all’Auditorium Conciliazione di Roma. Anche il Papa ha invocato "politiche concrete per rilanciare natalità e famiglia". Dal punto di vista demografico "al primo giugno di quest'anno i residenti in Italia sono 58,87 milioni, fra dieci anni avremo 57,628 milioni, cioè avremo perso 1,2 milioni di persone. Dal 2014 a oggi ne abbiamo già persi 1,3 milioni. "Nel 2052 perdiamo 5 milioni di persone, se andiamo al 2070 perdiamo 11 milioni abbondanti di persone", ha detto Blangiardo. "Un grande Paese deve avere una popolazione numerosa", ha sottolineato il presidente dell'Istat. Oggi siamo al 24esimo posto tra i Paesi del mondo, fra 30 anni saremo al 38esimo”, ha aggiunto. Secondo Blangiardo, “una delle cause è il saldo naturale negativo: più morti che nati. Nei primi 5 mesi del 2008 nascevano 232mila bambini; nel 2022 149mila bambini”. Questo avviene, ha chiarito, anche perché, “scontiamo gli effetti degli anni in cui nascevano pochi bambini”. "Si era detto l’obiettivo di almeno 500mila nati - ha ricordato Blangiardo -. Nelle nostre previsioni noi questo obiettivo, se andiamo a guardare le tendenze, lo potremo raggiungere nell’arco di 40/50 anni. Il vero sforzo è arrivare a questo risultato in tempi decisamente più ravvicinati. Dobbiamo lavorare per rialzare i livelli di fecondità in modo tale che si possa arrivare a questo risultato nell’arco di dieci anni. Sarebbe già un buon risultato". Intanto in un messaggio inviato al presidente della Fondazione per la Natalità e del Forum delle Associazioni Familiari, Gianluigi De Palo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto l’accento sul fatto che "la accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà" e dunque occorre "assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese".