Gente d'Italia

L’architetto italiano garibaldino che progettò uno dei simboli dell’indipendenza brasiliana

View of the Paulista Museum, known by Brazilians as the Ipiranga Museum in Sao Paulo, Brazil, Thursday, Sept. 1, 2022. After nearly a decade of renovations, the museum founded in 1895 by a creek where emperor Pedro I declared the nation's independence from Portugal is reopening as part of the country's bicentennial celebrations. (AP Photo/Andre Penner)

di SANDRA ECHENIQUE
Il Brasile è in festa per le celebrazioni del bicentenario dell'indipendenza (1822-2022). E se il 7 settembre è giorno in cui si conmemora la 'Declaraçao de Independência do Brasil' dall'Impero portoghese, lo stesso giorno è stato scelto a San Paolo per la riapertura del Museu do Ipiranga, edificio monumentale, un simbolo per tutti i brasiliani perchè fu edificato per ricordare il luogo dove il principe reggente Dom Pedro I pronunciò una frase rimasta indelebile nella storia del Brasile: "É tempo! Independência ou Morte' che dichiarò in definitiva l'emancipazione del Paese dai portoghesi.
E la riapertura del Museu do Ipiranga arriva in occasione dei duecento anni dal 7 settembre 1822 e dopo una chiusura durata ben nove anni, resa necessaria per portare a termine quello che è stato definito come uno dei più grandi lavori di restauro mai eseguiti in Brasile, ma anche per il rilancio di uno dei più importanti siti del patrimonio storico brasiliano. I lavori sono stati curati dagli architetti Eduardo Ferroni e Pablo Hereñú dello studio H+F Arquitetos che nel 2017 avevano vinto il Concorso Nazionale di Architettura per il Restauro e la Modernizzazione del Monumento-Edificio Museu do Ipiranga promosso dall'Università di San Paolo. Un investimento di quasi 50 milioni di euro con una riapertura che ha avuto due inaugurazioni: la prima, il 6 per un selezionato gruppo di ospiti, la seconda il 7 per chi ha lavorato al restauro con le proprie famiglie.
Poi il pubblico che per due mesi potrà visitare gratuitamente il Museu do Ipiranga, chiamato anche Museu da Independencia il cui nome ufficiale però è Museu Paulista. Un enorme lavoro quello svolto dagli architetti di H+F, per un'opera straordinaria che fu progettata da un architetto italiano: Tommaso Gaudencio Bezzi. Era nato a Torino il 18 gennaio 1844, ingegnere e poi architetto, ma prima ancora garibaldino: infatti in gioventù si arruolò volontario per combattere agli ordini di Giuseppe Garibaldi, per unificare l'Italia. Si distinse in diverse battaglie, da Milazzo a Capua per poi, come ufficiale dell'esercito regolare, combattere gli austriaci a Custoza. Per il suo coraggio ricevette anche delle medaglie, poi con la sconfitta di Garibaldi contro i francesi nel 1868 decise di abbandonare l'Italia.
Se ne andò in Sudamerica: prima l'Uruguay, poi l'Argentina e infine il Brasile. Fu a Buenos Aires che cominciò a farsi notare come architetto, il suo lavoro era riconosciuto e apprezzato: progetti residenziali prendendo parte all'epoca al processo di modernizzazione della città. Successivamente, era il 1875, l'arrivo in Brasile: prima a Fortaleza, quindi a Rio de Janeiro, giovane architetto accolto nei salotti importanti come il circolo che attorniava Dom Pedro II, secondo e ultimo monarca del Brasile. Le nozze con una nobile brasiliana, Francisca Nogueira da Gama Carneiro de Bellens, e opere importanti da Rio a San Paolo, ma il Museu do Ipiranga è rimasta la più conosciuta fino ai giorni nostri, un grandioso monumento che era stata immaginato fin dal 1822, ma per la cui concretizzazione si dovette attendere il 1882 quando fu posta la prima pietra. Poi tra Bezzi e le autorità brasiliane le relazioni cominciarono a prendere una brutta piega: furono aggiunti ingegneri, tra i quali un altro italiano, Luigi Pucci, per arrivare infine al 1892 quando il suo contratto fu rescisso, tre anni prima dell'inaugurazione (7 settembre 1895). Ma il nome di Tommaso Gaudencio Bezzi è rimasto sempre a identificare il progettista di un'opera grandiosa, anche nel 2022.
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