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Sono più di 800 mila le micro e piccole imprese che, a causa del costo insostenibile della bolletta energetica, potrebbero fermarsi o chiudere. "Il caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell'occupazione del sistema imprenditoriale italiano" calcola Confartigianato, oggi impegnata insieme ad altre associazioni di categoria in una serie di incontri con i leader politici in vista del voto. "Servono interventi immediati ma anche rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell'energia sotto controllo" afferma il presidente di Confartigianato Marco Granelli.

Secondo il nuovo report pubblicato dalla confederazione di artigiani e piccole imprese l'aumento dei prezzi dell'energia colpirà intensamente la produzione di vetro, cemento, carta, gomme e materie plastiche. A soffrire anche i comparti manifatturieri del tessile, del legno e delle attività di stampa, senza tralasciare il settore dei servizi, in cui rientrano le attività di ristorazione, commercio di materie prime e prodotti alimentari, palestre e piscine. Ad essere colpita maggiormente sarà l'economia del Nord Italia, soprattutto nelle regioni della Lombardia e il Veneto. Granelli chiede quindi alla politica interventi d'emergenza, tra cui la proroga e l'ampliamento del credito d'imposta sui costi di elettricità e un tetto europeo al prezzo del gas.

Anche Confcommercio chiede interventi alla politica come la riduzione delle aliquote Irpef e il mantenimento della flat tax in favore dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi. "Le imprese chiedono risposte immediate all'emergenza energia in racconto con l'Europa", dichiara il presidente Carlo Sangalli.