di SANDRA ECHENIQUE
Nicolò Guarrera un paio di anni fa si è messo in testa un'idea incredibile: diventare il primo italiano a effettuare il giro del mondo a piedi, attraverso quattro continenti. Un progetto che prevedeva un viaggio di almeno tre anni e mezzo (che diventeranno di più) per percorrere la bellezza di 33.000 chilometri. Solo a pensarci diventa complicato, ma Nicolò l'ha chiamato 'Il viaggio da casa a casa' anche se il progetto ha un altro nome: 'Pieroad', da pie, piede in veneto e road, strada in inglese. Nicolò infatti è veneto di Malo, in provincia di Vicenza, laureato a Parma in trade marketing, si è poi trasferito a Milano per lavorare nel settore, ma la voglia di scoprire e vedere il mondo presto ha avuto il sopravvento. Messi da parte un po' di risparmi, licenziatosi dal suo impiego, il via se lo è dato il 9 agosto 2020, quando aveva ventisette anni.
Partito da casa sua, a Malo, Genova è stata il primo obiettivo da raggiungere. Ma da quel momento di strada ne ha fatta tanta. Dove si trova adesso? A poco più di due anni dalla partenza l'hanno incontrato in Cile, nella Region de los Lagos. Gli appunti del suo viaggio ben protetti, diventeranno un libro che sarà un manuale per chi vorrà avventurarsi in giro per il mondo ai piedi e ha raccontato a El Heraldo Austral il suo cammino che finora l'ha portato in Cile. "Ho lasciato la mia casa a Malo - ha ricordato Nicolò - attraversato l'Europa, passando dalla Francia e dalla Spagna, sono arrivato all'Atlantico e con una barca a vela ho raggiunto i Caraibi, Panama ho percorso un piccolo tratto, quindi in aereo sono arrivato in Ecuador, a Quito. Da lì ho cominciato a camminare direzione sud e non mi sono più fermato".
È curioso poi l'equipaggiamento del giovane veneto: viaggia con un passeggino, sì tipo quelli per i bambini, dove tiene tenda, sacco a pelo, materassino, cucina con tutto l'occorrente per farsi da mangiare. Quindi l'abbigliamento, estivo e invernale, libri, un piccolo reparto per l'elettronica che comprende cellulare, caricabatteria, una batteria esterna e il GPS che in questo caso diventa indispensabile. Ma porta con sè anche un piccolo 'pronto soccorso' non si sa mai. "Infatti - ha raccontato - mi sono anche ammalato, ma solo un paio di volte, la prima un'intossicazione alimentare, ceviche, la seconda per una reazione allergica a un cerotto". La sua camminata va avanti grazie innanzitutto a risparmi propri. "Mi finanzio con quelli, li ho messi da parte quando lavoravo. Poi ci sono gli sponsor, le persone che mi supportano, che mi offrono cibo e anche denaro che arriva al sito web, perchè alla gente piace sentirsi coinvolta".
Il viaggio lo ha programmato con camminate di otto, nove ore al giorno. "Riesco a percorrere - ha aggiunto - circa quaranta chilometri quotidianamente, ma dipende anche dal tempo e dalle mie condizioni fisiche, anche se il corpo si è già abituato, ma ti devi prendere cura di te stesso con lo stretching e mangiando bene. Finora ho usato sei, sette paia di scarpe, attualmente ne indosso un paio da corsa". E ora il Cile, anzi già da un po'. "Sono qui da otto mesi, ogni tanto lo lascio per il visto e poi rientro. Sono venuto in Sudamerica perchè mi piace e ci sono vibrazioni ottime: c'è molta generosità, mentre in Europa la gente è più fredda". In Cile ha trovato anche la ragazza, ma non resterà ancora per molto tempo: "Devo prendere un volo per l'Australia - ha concluso - dopo andrò in Asia, due anni ancora lì e uno tra il SudAmerica e l'Australia".  E per chi vuole seguirlo e camminare virtualmente con Nicolò può farlo con un clic: pieroad.it.