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Franco Esposito

Rischia di chiudere. Se accadesse, sarebbe come aver portato a termine un omicidio. Siamo al limite della follia, non se ne può più di bollette spropositate. San Patrignano vive in questi giorni l’ora più buia. E lancia l’Sos, aiutateci altrimenti è finita davvero. Sanpa è destinataria di una bolletta della luce da 731mila euro. Superfluo aggiungere che non è nella condizione di onorare la scadenza. E non sarebbe neppure giusto se potesse farlo. La comunità accoglie 700 ragazzi e ragazze con problemi di dipendenze dalle droghe.
Il grido di dolore viene giù dalla collina di San Patrignano. La struttura che fu dei Muccioli, autentica ancora di salvezza per migliaia e migliaia di persone vittime della piovra della droga, vive momenti drammatici. L’orlo del baratro si chiama chiusura. “Il conto del gas è decuplicato, la luce è passata da 37mila a 146mila euro, così non riusciamo ad andare avanti”.

La bolletta del gas di agosto 2021 era poco più di 70mila euro. “Dieci volte tanto e a fronte di un aumento dei consumi di appena il dieci per cento”, l’allarme è servito. Anche la comunità di recupero dalle dipendenza di Coriano, Rimini, deve fare i conti con i costi energetici schizzati alle stelle. Al gas si aggiunge l’energia elettrica, San Patrignano è come in un vicolo cieco: sta sbattendo il capo contro il muro, il rischio è quello di farsi male davvero.

Una batosta dopo l’altra le ultime bollette. “A significare che San Patrignano dovrà far fronte a una spesa complessiva di 876mila euro per le utenze. Per un solo mese di consumi”. Come definirla altrimenti questa situazione incresciosa e incredibile? “L’impennata dei costi rischia di metterci in ginocchio”, ammette uno dei membri del cda di Sanpa, Marcello Chianese. Le conseguenze sono potenzialmente gravissime. “Potremmo essere costretti a chiudere interi settori a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi di energia e materie prime. I costi dell’energia hanno un impatto tale da mettere a repentaglio le attività per la formazione dei ragazzi in percorso di recupero”.

Appare chiaramente a rischio addirittura “il modello di sostenibilità economica che la comunità ha saputo realizzare”. Ovvero la capacità di Sanpa di accogliere un numero sempre maggiore di persone. La comunità, giusto ricordarlo, è una realtà no profit. Le attività che vengono in serie organizzate all’interno della struttura consentono di garantire la gratuità dei percorsi di recupero. “Chi viene da noi non paga la retta”,

Dall’anno della fondazione, il 1976, da San Patrignano sono passati più di 26mila persone. Quattromila anni di detenzione sono stati convertiti in percorsi alternativi al carcere. Ora è Sanpa a chiedere aiuto. Pubblicherà sul proprio sito internet e sui social la bolletta del gas. Ma con quale scopo? L’organizzazione di una vera e prorpia raccolta di fondi. “Se poi c’è qualche azienda del settore che può o vuole donarci dell’energia, ben venga. Verrebbe accolta a braccia aperte”.

Sanpa accoglie in questo momento 700 ragazzi. In più, vi operano 225 persone tra dipendenti, collaboratori e volontari. Il percorso di recupero è strettamente individuale. “La formazione professionale riveste un ruolo fondamentale in vista del reinserimento dei giovani in società”. San Patrignano è un’impresa sociale articolata in quaranta settori formativi, dalla cucine ai laboratori artigiani e al food. L’attività in molti settori è possibile grazie all’utilizzo di energia. “Senza aiuti saremo costretti a ridurre o a formare le attività più energivore”. Il laboratorio dei fabbri e alcune produzioni alimentari. “Quando abbiamo visto l’ìmporto della bolletta non volevano crederci”.

É stato uno choc. Ai ragazzi che seguono i corsi di recupero i dirigenti hanno spiegato che potrebbe essere necessario ridurre o fermare alcune attività. Tutti hanno reagito con grande senso di responsabilità. “I ragazzi sono i primi a porre in essere comportamenti virtuosi finalizzati al risparmio energetico”. I rincari potrebbero però costringere Sanpa a ospitare meno ragazzi. “Potrebbe essere quella la soluzione estema. Speriamo proprio di non arrivarci”.

Ma è anche alle istituzioni che si rivolge Sanpa. L’aumento smisurato dei prezzi dell’energia mette tutte le organizzazioni no profit in condizioni di estrema difficoltà. “Noi diamo l’opportunità di tornare a vivere a migliaia di persone”. Da qui l’esigenza ineludibile di rivolgersi alle istituzioni e alla politica, intervengano prima che sia troppo tardi. “Trovino le soluzioni che consentano a noi e alle altre realtà del terzo settore di portare avanti la propria opera”.

Il grido d’allarme e di dolore ha suoni precisi, da cogliere al più presto innanzitutto dal governo centrale. San Patrignano è un’eccellenza italiana. Ipotizzare lo stop a prodotti che ne hanno nel tempo sviluppato il nome e il prestigio, significherebbe macchiarsi di un reato. L’appello è diretto alle coscienze di chi governa il Paese. Ed è quello di trovare soluzioni che “mantengano viva e forte questa realtà”.