Gente d'Italia

Se non esiste un altro video, l’Ambasciata vuole coprire Aldo Lamorte, colto da noi in flagranza di reato. Perché?

Per quale ragione non è stato fatto il nome? Forse c'è paura di rompere una santa alleanza? O c'è dell'altro?
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di ROBERTO ZANNI
A volte bastano cinque righe secche. Per cosa? Spiegare le situazioni anche quelle più complesse. Ce lo ha insegnato ieri l'Ambasciata d'Italia a Montevideo, con un semplice comunicato che, per evitare qualsiasi malinteso, riportiamo un'altra volta. "In relazione a un video apparso recentemente sulle reti sociali, in cui viene impiegato a fini di propaganda un plico elettorale della circoscrizione “Uruguay” che è intestato a una persona diversa rispetto all’autore del video, questa Ambasciata ha consegnato alla Procura della Repubblica di Roma un esposto per violazione della normativa in materia elettorale. Per legge il voto è personale, uguale, libero e segreto". C'è quindi un altro video in circolazione, del quale non siamo a conoscenza, oltre a quello postato sui social, scoperto da 'Gente d'Italia' e dal nostro Matteo Forciniti, (dove, come noto si vede Aldo Lamorte commettere un reato). Sembra evidente per le parole usate da chi all'Ambasciata ha redatto lo scarno comunicato. Non si rende noto il nome dell'autore del video e del reato, non si rende noto il nome nei confronti del quale è stato presentato l'esposto alla Procura che dovrebbe essere pubblico. Si è trattato forse di un esposto contro ignoti? E la trasparenza - che dovrebbe essere una delle caratteristiche peculiare di una rappresentanza diplomatica, in particolare nei confronti dei propri connazionali - dove è stata riposta? Non ci sono spiegazioni, non ci sono riferimenti, nulla solo un esposto anonimo. Ma, ci chiediamo, e l'altro video? Sì quello vero... Quello in cui Aldo Lamorte, con l'arroganza che sempre lo accompagna nelle sue scalate al potere (Comites, CGIE, consigliere MAIE, deputato supplente nel Parlamento uruguaiano, ma come farà a seguirle tutte...), sventola (e poi vota) un certificato elettorale che non gli appartiene? Siamo convinti che l'Ambasciata ne sia non solo a conoscenza, ma anche in possesso (se non fosse così ci sarebbe davvero da preoccuparsi) e che sia stato visto e rivisto dall'ambasciatore S.E. Giovanni Battista Iannuzzi assieme ai suoi collaboratori e sicuramente anche a qualcun altro che ufficialmente non fa parte del team, magari il MAIE/Merlo che è sparito dalla circolazione. Perché su questo non si può transigere: se l'Ambasciata ora non conferma che c'è un altro video, per il quale è stato inoltrato un esposto, allora ci troviamo di fronte a un altro scandalo: la copertura da parte della diplomazia italiana a Montevideo di una persona, Lamorte, colta in flagranza di reato. Forse c'è paura nel mettere quel nome sul banco degli accusati? Forse per qualche motivo a noi sconosciuto non si può farlo? Forse i legami sono troppo forti e pericolosi che non si può spezzare la santa alleanza? Sia ben chiaro: non si tratta di semplici illazioni, chiunque leggendo il comunicato dell'Ambasciata può arrivare alle stesse logiche conclusioni. Insomma o un secondo video, oppure collusione, la terza via non esiste. D'altra parte anche i precedenti parlano chiaro: dal patto Iannuzzi-Lamorte (alias Comites) per far tacere e far chiudere 'Gente d'Italia' (tranquilli, non ci riusciranno mai) con relazioni presentate a Roma, ambigue e guarda un po' anche simili, se non proprio uguali nella stesura, in ottimo italiano quando tutti sanno che la nostra lingua non è nemmeno un optional per chi fa parte della maggioranza del Comites. Poi non far entrare il nostro Forciniti alle riunioni del medesimo organismo, quando sono aperte al pubblico per legge, quale sarà stato il motivo... Ma nessuno risponde, Iannuzzi si nasconde, mai avuto il coraggio di esporsi in prima persona, lo fa solo per le foto di circostanza, per il resto manda avanti i suoi collaboratori. Non si è visto finora, non l'ha fatto prima, nemmeno per la morte del povero Luca Ventre, ucciso all'interno dell'Ambasciata di Montevideo l'1 gennaio 2021. Ma chi ha telefonato alla polizia? Non si sa, anzi non si vuole dire. I misteri abbondano in José Benito Lamas 2857: cosa si nasconde in quelle stanze, di cosa ha paura Iannuzzi? Di sicuro la verità è stata bandita, là dentro si trama e si accusa falsamente: una enorme vergogna per l'Italia che dovrebbe finire al più presto...

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