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Franco Esposito

Altro giro, nuovo giro, questa volta a mano Destra. In piena svolta, gli italiani si interrogano: siamo diventati fascisti? Fatta la domanda, Massimo Cacciari vi dà la risposta: “Una stupidaggine. La Sinistra è vittima di una catastrofe mentale”. Laddove Giorgia Meloni annuncia trionfante e ammonisce l’opposizione che si è fatta più morbida nei numeri: “Adesso governiamo noi”. Ne ha facoltà, ha vinto da sola.  

Comincia la marcia di Giorgia verso Palazzo Chigi. Che premier sarà la biondina della Garbatella? Intanto ha addosso gli occhi del mondo e davanti a sé una strada piena di insidie. Anche se Salvini ha perso venticinque punti e la leadeship. E Berlusconi protagonista di un tramonto lunghissimo è alla prese con una severa sconfitta. Ma botta non gli impedisce di parlare di  rilancio: “Sarò il garante della coalizione”. Potrebbero rivelarsi però vuote parole. 

In Sicilia la Destra si prende la Regione. Abbacchiato mentre si lecca profonde ferite, il pd e Letta guardano desolati all’obiettivo fallito: neanche il venti per cento sono riusciti a raccattare. “Così rischiamo tutti”. Il segretario Letta più di altri. I Cinque Stelle in rimonta escludono di potersi imparentare nuovamente con il Pd. Intanto, ha pagato alla grande il peronismo di Giuseppe Conte. Probabile il lancio dell’opa del centrosinistra. Doppia cifra sfumata per il Terzo Polo, finito addirittura sotto Forza Italia. 

La Destra torna al potere in Italia dopo ottant’anni. Come ampiamente previsto, il teatrino della politica continua a funzionare magnificamente. Destra e Sinistra si scambiano i favori del popolo votante, questa volta all’astensione record. Gli italiani hanno piene le scatole di chi non sa (o non riesce) a governare. Destra e Sinistra si danno il cambio ad ogni consultazione elettorale, perde chi ha malgovernato fino al giorno delle  elezioni, si scambiano il testimone, oggi vinco io, domani toccherà a te. Ma del prode Di Maio vogliamo parlare? Parliamone: ha fatto flop, un grande flop. Tornerà a regolare la distribuzione di gazzose e Coca Cola allo stadio San Paolo? 

Consigliano, impongono riflessioni i numeri sortiti dalle urne nelle elezioni introdotte dalla più stramba delle campagne elettorali. I docenti universitari, per cominciare. Cinquantaduemila sono i professori a contratto, ma cosa riconosce a loro l’università? Fatevi la domanda, signori amici lettori, e avrete la risposta. L’università paga a 32mila docenti a contratto 5 euro lordi l’ora. Ma sì, avete letto la notizia in laniera corretta. 5 euro lordi. Una vergogna tout court. 

La verità è questa, facilmente leggibile. Dal lontano 1980 i docenti non di ruolo sono nelle mani impietose e viscide dei baroni delle università. Personaggi che decidono i rinnovi annuali, e la cosa li fa scadere a una  sorta di associazione di categoria. 

Ma c’è di più: la legge Madia, mai criticata con sufficiente vigore e totale convinzione, è usata dagli atenei come una clava per “escludere dai bandi chi ha insegnato per cinque anni precedenti”. Un caso esemplare è  quello di Luca Sabatini, 55 anni, da pochi giorni professore a contratto di geometria nel corso di laurea di ingegneria edile-architettura alla Sapienza di Roma. “Dal 2009, per dieci anni consecutivi, ho insegnato ingegneria edile a Roma, per due anni anche a Rieti, in inglese”. Ha effettuato inoltre ricerche differenziali e calcolo su varietà Riemann. Pubblicati  otto articoli su riviste scientifiche internazionali, uno appena inviato. Ha rivisto articoli di altri su una rivista di matematica applicata. “Fino a pochi giorni fa insegnavo a una sessantina di studenti del corso di ingegneria edile per 60 ore. Valgono sei crediti. Ma negli ultimi tre anni il compenso è sceso da 1.680 a 1.280 euro lordi. Poco più di 20 euro lordi l’ora”. 

A questo punto della fiera succede che “siccome 20 euro l’ora non sarebbero legali, La Sapienza considera l’ora accademica di tre quarti. Il totale sale così a 27 euro e il bando supera il minimo”. Un ingnobile trucchetto a penalizzare i docenti universitari. “Il sistema scolastico che gestisce la didattica obbliga a rendicontare 74 ore e il compenso così scende di nuovo sotto i venti euro l’ora”. 

Vale però solo per le ore di didattica frontale. Quelle effettive sono il triplo, tra esami, ricevimenti e preparazione. “Se non il quadruplo. Dunque la paga effettiva sono 5 euro lordi l’ora”. Ma da pochi giorni Sabatini è stato escluso. 

La spiegazione c’è, per quanto balorda. “Mi sono piazzato secondo nel bando per l’anno accademico 2022-2023, ma in realtà mi è stato comunicato che in base alla legge Madia non avrei potuto partecipare alla selezione. Il motivo? Il contratto avuto alla Sapienza nei cinque anni precedenti”. Ma la stessa legge in precedenza non era stata mai applicata. 

Malgrado le elezioni, in Italia e nel mondo è sempre tempo di calcio. Siamo noi fuori dalla fase finale dei campionati del mondo in programma dal 20 novembre al 18 dicembre a Doha. In uno stadio tra i più moderni al mondo, costruito per l’occasione insieme con palazzi, autostrade, alberghi, campi da da golf. L’Iconic Stadium è ispirato al grattacielo a forma di barca. 

Hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolare  impianto i cosiddetti schiavi del football. E a proposito di paghe, visto siamo in tema, gli operai impegnati nella costruzione prendono dai 250 ai 300 euro al mese. Una miseria per undici ore di lavoro al giorno. Dal 2010 sono morti sul lavoro in 6.500. Ma per i sultani del posto sono appena trentasette. Una squallida bugia in attesa della palla al centro.