Aldilá di essere una delle Associazioni italiane piú numerose e attive della nostra comunità, l’Associazione Satrianese dell’Uruguay, è un esempio di sacrificio e tanto amore. E non ho detto amore solo per l’Italia, perché, ad una festa dei Satrianesi, partecipano spagnoli, armeni, francesi ecc.

“Siamo una famiglia - ci dice Salvatore Gattuso, un satrianese di 90 anni, nato proprio a Satriano di Lucania nel 1932 – una famiglia vera e proria e non siamo soltanto italiani. In realtá siamo, specialmente, una famiglia di quartiere e nei quartieri di Montevideo, non ci sono solo italiani, ma persone di tutte le cittadinanze. Ovviamente la maggior parte siamo della Basilicata e specialmente di Satriano, ma alle nostre feste invitiamo tutti: si balla e si canta la tarantella, ma anche il flamenco!!”.

“Nosotros somos primos hermanos de los italianos – sottolineava il “gallego” Anselmo Gutiérrez – y nos encanta bailar tanto nuestro flamenco como la tarantella italiana”.

Domenica scorsa nella sede di Félix Laborde, oltre 200 persone hanno fatto da cornice di un bellissimo pranzo all’italiana, con tanto di antipasto, un bel piattone di ravioli al pomodoro, carne e gelato.

Questa volta è stata anche una bellissima occasione per festeggiare l’anniversario di 50 anni di matrimonio di Rocco Pascale e la Sra, nonché di Enrique Gómez e la Sra, che hanno compiuto 20 anni, “Piú 20 anni di fidanzamento e circa 29 anni di cantare e suonare insieme”- ci dice Enrique Gómez, che, con la sua signora, da ormai oltre 20 anni, è il gruppo musicale che fa ballare tutti gli italiani a Montevideo.

Mario Piastra, uno dei principali dirigenti della nostra comunità, nonché ex Presidente dell’AIUDA, della Federazione Lucana dell’Uruguay e di altri sodalizi, ha sottolineato che sono 30 anni che si fanno questi pranzi, una volta al mese. “Quest’anno è stato un po’ diverso perché, dopo la pandemia, come é successo ad altre associazioni e in vari eventi, abbiamo fatto il pienone, perché i nostri associati (circa 200) e i nostri amici avevano proprio bisogno di tornare a sentire le nostre radici, i nostri balli folkloristici, i nostri classi ravioli al pomodoro”.

STEFANO CASINI