Dieci giorni dopo la nostra denuncia sul video dello scandaloAldo Lamorte è ancora lì, indisturbato, impunito e arroccato nella difesa a oltranza della poltrona come ha sempre fatto. Con il tempo che passa il rischio evidente è quello di cercare di far dimenticare la vicenda, cercare di far spegnere le luci su un episodio ignobile che ha infangato l'immagine degli italiani all'estero, in Uruguay e non solo.

Il compito del giornalismo libero e indipendente è invece quello di tenere alta la guardia, di mantenere accese queste luci nell'interesse della cittadinanza e nonostante il fatto che ci sia qualche potente che sta facendo di tutto per spegnerle. Ecco perché noi continuiamo a ricordare ogni giorno quello che è successo durante queste ultime elezioni italiane in attesa che arrivino le conseguenze, le dimissioni: un politico di professione ha votato pubblicamente al posto di un'altra persona commettendo un reato, violando palesemente la legge elettorale che stabilisce che il voto è libero, segreto e personale. La prova lampante del reato c'è già e ce l'ha regalata lui stesso con un video postato sui social e cancellato in fretta e furia nel tentativo disperato di nascondere la verità. In Italia questo reato è punito con l'arresto.....

Il voto degli italiani all'estero ha regalato in passato porcate indimenticabili ma questa è stata proprio imbarazzante, oscena. Innanzitutto perché c'è la prova provata del reato e poi perché a essere protagonista è una persona che esercita incarichi pubblici tanto in Italia come in Uruguay.

Dopo essere stato scoperto a imbrogliare, l'unica cosa logica e sensata che dovrebbe fare un politico è farsi da parte, dimettersi. Prima ancora dei tribunali e della giustizia si tratta di una questione etica. E invece i giorni passano e Aldo Lamorte mantiene ancora tutti i suoi incarichi come se niente fosse, come se nulla fosse successo continuando ad essere membro del Comites di Montevideo e consigliere uruguaiano del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) oltre che parlamentare supplente in Uruguay con il Partido Nacional. 

Mantenere ognuna di queste poltrone è un insulto al principio della rappresentanza, un insulto alla dignità. Di fronte a un'indignazione crescente, i primi a chiedere un passo indietro dovrebbero essere proprio i suoi partiti a cominciare dal Maie (il Movimento Associativo degli Italiani all'Estero che compare nel video)  poi anche il Partido Nacional che ha portato in Parlamento un soggetto del genere

Al silenzio-complice dei partiti e a quello dell'ambasciatore d'Italia in Uruguay Giovanni Iannuzzi noi rispondiamo continuando a lanciare un appello contro l'impunità e in difesa della democrazia invitando i lettori ad accompagnarci: quando si dimetterà Aldo Lamorte? Noi non smetteremo di insistere e lasceremo - come promesso - che questa denuncia appaia ogni giorno sul giornale e sul portale www.genteditalia.org.

Non smetteremo di insistere, insomma, fino a quando Aldo Lamorte non si dimetterà….