L'Italia ha condannato apertamente i "referendum farsa" voluti da Mosca in quattro regioni ucraine annesse. Non "ne riconosce e non ne riconoscerà l'esito" ha spiegato il segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi all'ambasciatore russo a Roma Sergey Razov, convocato al ministero degli Esteri nel corso di un'azione congiunta coordinata in tandem con i partner di Bruxelles.

"Con le sue azioni la Federazione russa mette a rischio la sicurezza globale", ha spiegato Sequi riferendosi in particolare alla minaccia di impiegare armi nucleari nel conflitto contro Kiev. La replica del Cremlino non si è fatta attendere ed è arrivata a stretto giro tramite lo stesso rappresentante diplomatico in Italia: l'ambasciatore Razov ha respinto, infatti, "categoricamente le dichiarazioni della parte italiana", ha reso noto l'Ambasciata.

Per quanto concerne invece lo spettro atomico, il Cremlino ha frenato: "È un momento molto emotivo. I capi delle regioni hanno il diritto di esprimere il loro punto di vista. Ma anche nei momenti difficili le emozioni dovrebbero essere tenute fuori da ogni tipo di valutazione", ha detto il portavoce Dmitry Peskov riferendosi alle dichiarazioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che aveva invitato i russi a usare "armi nucleari a basso potenziale".