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di SANDRA ECHENIQUE
Forse non tutti sanno che a cavallo tra l'800 e il '900 con il boom della fotografia, furono gli italiani a offrire un grande contributo nella nuova arte che stava crescendo anche in Brasile. Protagonisti di una nuova era lontani migliaia di chilometri dalla terra natia che offrirono le loro grandi capacità. Tecniche mai viste prima per la terra che li stava accogliendo.
Un pezzo di storia del Brasile che, in occasione del Bicentenario dell'Indipendenza appena celebrato, viene ricordato con una mostra davvero unica: 'Fotografos italianos no florescer da fotografia brasileira', Fotografi italiani nella fioritura della fotografia brasiliana che dall'8 ottobre saranno nuovamente protagonisti, questa volta con una esposizione al Centro Cultural Banco do Brasil Rio de Janeiro, ospitata dell'Istituto Italiano di Cultura di Rio. Saranno offerte al pubblico 80 immagini, riprodotte, che verranno distribuite attraverso un percorso tematico che oltre a presentare grandi artisti tra la metà dell'800 e i primi anni del '900 contemporaneamente sono state testimoni anche di momenti fondamentali della storia del Paese sudamericano, tra il Secondo Regno e la Prima Repubblica.
Furono numerosi gli italiani che in quel periodo, in Brasile, si dedicavano alla fotografia al punto che, per realizzare la mostra, c'è stato bisogno di una cernita che ha portato gli organizzatori a scegliere nove fotografi. Nove connazionali che brillarono, e lo fanno tuttora oggi, per quella che fecero diventare un'arte davvero particolare. Protagonisti di traiettorie uniche che assieme all'immagine avevano anche poesia. Un mix che anche un secolo abbondante dopo non può sfuggire.
I prescelti? Luiz Terragno, Camillo Vedani, João Firpo, Ermanno Stradelli, Nicola Parente, Guido Boggiani, Vincenzo Pastore, Virgilio Calegari, Luigi Musso. Pionieri dell'ottava arte che in Brasile emersero al punto di essere considerati ancora oggi maestri. La mostra è stata curata da Joaquim Marçal de Andrade e Livia Raponi. Sarà anche una mostra itinerante perchè dopo il debutto di Rio de Janeiro si sposterà con il suo carico di emozione a Brasilia dove verrà allestita nella sede dell'Ambasciata d'Italia che, con il Consolato di Rio sostiene l'evento.
"Si tratta di un aspetto poco noto della presenza italiana in Brasile - ha sottolineato la co-curatrice Livia Raponi, direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di di Rio de Janeiro - infatti sorprende sapere che in quel momento dall'Amazzonia al Rio Grande do Sul, da Paraíba (oggi Joao Pessoa) a Rio, Bahia, Pantanal questi brillanti artisti migranti registrarono con tecnica maestra e raffinati occhi gli abitanti, le città e la natura di un Brasile che era in rapida e intensa trasformazione". E non si deve dimenticare nemmeno che tanti aspetti della fotografia ha avuto pionieri che portano nomi illustri italiani come del resto fu in Italia, sulle rive del Lago di Como che l'inglese William Henry Fox Talbot ebbe l'idea di creare un sistema per registrare il mondo visibile dove gli oggetti potevano essere definiti senza l'ausilio della matita.
Ma gli artisti scelti? Eccoli: Luiz Terragno, primo fotografo a Porto Alegre nella metà dell'800. Camillo Vedani, era un ingegnere a Campos (RJ). Joao Firpo, genovese, si definiva un 'fotografo ambulante'. Nicola Maria Parente, nato in Basilicata, primo a portare il cinematografo a Joao Pessoa. Ermanno Stradelli, originario dell'Emilia Romagna, era un conte, ma si trasformò in esploratore-fotografo. Guido Boggiani, piemontese, pittore all'inizio. Vincenzo Pastore, a San Paolo era un fotografo di 'strada'. Virgilio Calegari, anche autore ed editore. Luigi Musso, descrisse con i suoi scatti Rio de Janeiro.
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