Gente d'Italia

Ordigni tattici nucleari? No, grazie, tutti gli scienziati, anche i russi, prendano posizione

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di Luciano Maiani

Una funzione riconosciuta degli attuali arsenali nucleari è di dissuadere gli avversari dotati di tali armi dall'usarle, mediante la minaccia di una ritorsione catastrofica. È la Mutua Distruzione Garantita che ha improntato gli anni della Guerra Fredda. L'impiego di armi nucleari "tattiche" è stato ventilato nell'ambito del conflitto tra Russia e Ucraina da parte di dirigenti del Paese aggressore, per arrestare un conflitto che sembra ora volgersi a loro sfavore. Tuttavia, la sola menzione del possibile impiego di armi nucleari "tattiche" è pericolosa e solleva scenari altamente inquietanti.

Nonostante la denominazione tranquillizzante, le armi "tattiche" ora disponibili in grandissimo numero hanno ciascuna una potenza esplosiva paragonabile, e in molti casi superiore, a quella delle due sole bombe usate nel corso della storia, a Hiroshima e Nagasaki, che hanno causato centinaia di migliaia di morti immediate e un numero superiore di sopravvissuti malati come conseguenza delle radiazioni nucleari. Le armi nucleari "strategiche", disponibili anch'esse in gran numero alle maggiori potenze nucleari, hanno potenze esplosive anche migliaia di volte superiori, e il loro uso in una guerra nucleare totale potrebbe portare alla cancellazione dell'intera specie umana dal pianeta Terra. Questo giustifica l'affermazione che una guerra nucleare non può essere vinta e dunque non deve essere iniziata, come dichiarato congiuntamente anni fa da Michail Gorbaciov e Ronald Reagan, i presidenti dei due Paesi dotati dei maggiori arsenali nucleari, Urss e Usa.

Ogni uso di ordigni nucleari tattici in Ucraina creerebbe una situazione disastrosa mettendo in pericolo il mondo intero. Le Nazioni che possiedono armi nucleari coinvolte (direttamente o indirettamente) nel conflitto dovrebbero evitare anche di menzionare un possibile uso di ordigni nucleari, per non creare disastrosi effetti di assuefazione dell'opinione pubblica. È inoltre possibile che l'impiego anche limitato di ordigni tattici conduca, dopo una serie di escalation, a una guerra totale combattuta con le armi strategiche. Al contrario, ogni sforzo deve essere messo in campo nel mondo civile per arrivare ad un cessate il fuoco e a una risoluzione pacifica dei motivi che sono alla base del conflitto stesso.

Ci rivolgiamo agli scienziati dei paesi coinvolti direttamente o indirettamente, in particolare alla comunità intellettuale che ha partecipato alle Conferenze Amaldi organizzate dalla nostra Accademia, inclusi gli scienziati russi, affinché intervengano per denunciare all'opinione pubblica i rischi reali connessi con l'uso di armi nucleari tattiche e chiedano ai loro Governi di impegnarsi esplicitamente per il no first use delle armi nucleari. Contestualmente, chiediamo che si riprendano immediatamente negoziati globali relativi al disarmo nucleare, che coinvolgano tutte le potenze nucleari.

Nello scrivere queste note, ci siamo chiesti se sollevare il problema dei pericoli relativi all'uso di armi nucleari tattiche non configurasse un implicito suggerimento a cedere al ricatto nucleare in corso. Siamo convinti di no. Pensiamo che la risposta alla minaccia nucleare sia una prerogativa esclusiva dei Governi che però, sulla base di una corretta informazione dei rischi connessi, potranno intervenire nel modo più efficace. Nel Manifesto Einstein-Russell del 1955, a fronte dello sviluppo delle armi termonucleari, undici scienziati di fama internazionale chiedevano ai Governi di rinunciare alla guerra per scongiurare il pericolo di un olocausto nucleare. Come allora, occorre pensare alla nostra umanità, lasciando da parte il resto. Remember your humanity and forget the rest.

 

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