di Marta De Vivo

Questo inizio di legislatura presenta delle stranezze e delle contraddizioni, coloro che dovevano essere quelli "dell'unità e del governo con un forte mandato popolare", sono finiti persino peggio del Pd. Non sono ancora partiti e già litigano per le poltrone. È scontro tra Meloni e Il Cavaliere sul nome di Licia Ronzulli anche se da Fdi fanno sapere che il governo si farà e che queste sono solo fibrillazioni passeggere. Le ultime esternazioni di Giorgia Meloni agli alleati fanno pensare tutt'altro, la premier in pectore già parla di un ritorno alle urne senza neanche essere partita, un inedito nella storia della Repubblica.  

Alla Camera e al Senato hanno scelto due nomi divisivi quali Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, in molti si domandano: perché non concedere una delle due presidenze all'opposizione? Un quesito legittimo quanto ingenuo. Aspettavano questo momento da mesi, hanno vinto le elezioni, cosa ci aspettavamo che eleggessero dei rappresentanti del Pd? Fa sorridere la dinamica dell'elezione di La Russa, eletto grazie ai 17 voti giunti dall'opposizione. Su quest'ultimo punto il centrodestra si dovrebbe preoccupare, non riescono a restare uniti nemmeno all'inizio, figuriamoci andando avanti. Tanta confusione e poche idee chiare. Dovevano essere quelli della compattezza e della linea dura, ad oggi si stanno esibendo in uno show tragicomico, che a tratti ci riporta indietro agli anni del Papeete. In questo scenario da dilettanti allo sbaraglio, il Terzo Polo sta giocando un ruolo quantomeno ambiguo. Erano partiti bene e ora sembra che siano piombati in uno stato di immobilismo decisionale, per il quale non si comprende da che parte vogliono stare, hanno deciso di fare da assist ai sovranisti o di fare un'opposizione riformista? Non ci è dato sapere.

Dall'altro lato Letta cerca di raccogliere i cocci di un partito ormai giunto al capolinea, nel quale contano di più i segretari rispetto alle idee. Il M5s invece ha attivato l'opzione "reset", sembrano scomparsi, dopo aver incassato il 15% hanno deciso di andare in letargo, forse la loro unica preoccupazione era quella di prendere due voti per poi addentrarsi in uno stato catatonico. Non si prospetta di certo un'opposizione forte e decisa al prossimo esecutivo. Vi è un'unica certezza: in un momento di crisi economica ed energetica come questo il Paese ha bisogno di stabilità e i giochini di palazzo non potranno protrarsi a lungo. Abbiamo delle scadenze da rispettare e il prossimo governo dovrà portare a casa dei risultati, perlomeno questo è quello che gli italiani si aspettano. Il popolo li ha votati, ora ci dimostrino cosa sanno fare, che governino.