Antonio Tajani (foto Depositphotos)

Ci siamo. O quasi. Mentre Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si giurano fedeltà, all'interno della maggioranza è quasi tutto pronto per la lista dei nuovi ministri. La certezza è Antonio Tajani come nuovo ministro degli Esteri (oltre a essere nominato vicepremier insieme con Matteo Salvini - che avrà anche le Infrastrutture…). Il Cavaliere comunque, almeno per ora, non otterrà il bottino più ambito: il ministero della Giustizia, tiene il punto la premier in pectore, andrà a Carlo Nordio, magistrato in pensione e neoeletto deputato di Fratelli d'Italia. Per Elisabetta Casellati, la favorita di FI per il ruolo di Guardasigilli, potrebbero invece aprirsi le porte di un nuovo ministero delle Riforme (non c'è questa delega nel governo Draghi).

Anche Università e ricerca e P.a. dovrebbero rientrare nel portafoglio azzurro: nel primo caso la casella potrebbe essere occupata da Annamaria Bernini mentre per il dopo-Brunetta si parla di Alessandro Cattaneo o anche di Sestino Giacomoni, entrambi potrebbero anche andare a presidiare il Mef come sottosegretari. Niente da fare nemmeno per il Mise mentre, nello schema delineato a via della Scrofa, FI conquisterebbe il ministero della Transizione ecologica. Al posto di Roberto Cingolani andrebbe Gilberto Pichetto ma l'energia potrebbe tornare a via Veneto, con lo Sviluppo economico che in questo caso andrebbe a Guido Crosetto. "Sono all'estero, non so niente" twitta il cofondatore di Fdi, nome ricorrente nel totoministri, ipotizzato in vari ruoli, compreso quello di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Gli altri quattro ministeri per il partito di via Bellerio (oltre al Mef, fuori quota) sarebbero l'Agricoltura, dove resta in pole l'attuale sottosegretario Gian Marco Centinaio, gli Affari regionali e l'autonomia destinato a Roberto Calderoli dopo il passo indietro rispetto alla presidenza del Senato, il ministero dell'Interno dove il nome più forte rimane quello del prefetto Matteo Piantedosi, che ha già ricoperto il ruolo di capo di gabinetto quando al Viminale c'era Salvini. Il quarto ministero potrebbe essere l'istruzione o la famiglia - per cui circola il nome di Giuseppe Valditata - o ancora la disabilità, cui in un primo momento sembrava potesse rimanere l'attuale ministro Erika Stefani, anche se le sue quotazioni sarebbero in calo (ora ci sarebbe Simona Baldassarre). Al Lavoro sembra mettere tutti d'accordo al momento Marina Calderone, che guida il consiglio dell'ordine dei consulenti del lavoro.

A Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza, Meloni dovrebbe portare con sé il fidatissimo Giovanbattista Fazzolari ma nei giorni scorsi si era ipotizzato, nel caso Fazzolari avesse assunto le deleghe all'attuazione del programma, anche a una figura tecnica. Un nome era quello di Giuseppe Chiné, attuale capo di gabinetto di Daniele Franco. Ma si racconta che Giorgetti abbia chiesto di tenerlo al Mef, se davvero toccherà a lui sedere alla scrivania di Quintino Sella. Ancora scoperta la casella della salute ancora contesa tra FI e FdI (con i nomi di Bertolaso e Rocca).