di Manlio Lo Presti

Ada nasce a Londra il 10 dicembre 1815. Il padre è Byron, il celebre poeta inglese, che va via di casa quando lei ha un anno e la madre incolperà di questa fuga la figlia a causa della sua nascita. Ada vive a lungo questo senso di colpa. Impara presto a tacere con lei. Trova da sola le risposte alle numerose domande. Legge molto, soprattutto libri di argomento scientifico. Peggiora il rapporto con la madre che racconta bugie e la percuote duramente e con eccessiva severità. La madre Anne Isabella Milbanke, studiosa di matematica, le darà una istruzione avanzata e orientata ai temi scientifici per evitarle la cultura letteraria associata alla brutta esperienza con lo scrittore Byron.

Ada continua ad esplorare la biblioteca di casa ricca di libri. Elabora, giovanissima, studi sul comportamento del proprio gatto e lo schematizza matematicamente. Studia i movimenti degli astri rifacendo i calcoli di Galileo. Ma sono i problemi esistenziali quelli più pesanti da affrontare. Chiude il percorso scolastico regolare e con profitto con insegnanti privati. Decidere di prendere in mano la propria vita e si sposa con William King Noel conte di Lovelace. Riceve lezioni dalla matematica Mary Somerville, autrice di testi scientifici per la Royal Society dove era proibito alle donne di fare accesso. Inizia una fitta corrispondenza con il matematico Augustus De Morgan.

 

Seguendo le lezioni di Cambridge, nel 1833 incontra il matematico Charles Babbage che l’anno dopo la coinvolge nei suoi studi e ricerche. Il contatto avviene alla presentazione della macchina analitica differenziale con calcoli che suscitano l’attenzione di Ada. Il suo dispositivo è utilizzato per la soluzione di calcoli polinomiali con il sistema delle “differenze finite”. Nel 1837 il matematico presenta una macchina analitica funzionante con schede perforate.

Aumenta vertiginosamente le sue capacità di calcolista padroneggiando i numeri. Elabora le prime forme di programmazione ancora utilizzate che recano il suo nome. La sua fama di diffonde in tutta l’Inghilterra e in Europa. La matematica non la basta. Si definisce “analista e metafisica”. Parla di macchine che ragionano e possono essere simili all’uomo e ne predice le future funzioni. Per questo sarà definita la madre oggi tipica dei computer moderni. A seguito della presentazione del progetto di analitica a Torino, nel 1842, l’ingegnere Luigi Menabrea scrive un articolo sul suo funzionamento. Dietro incoraggiamento di Babbage, Ada traduce il lavoro del matematico e ingegnere Luigi Menabrea aggiungendo note e riflessioni ipotizzando applicazioni oggi realizzate! Alla fine del testo tradotto aggiunge alcune riflessioni sulle procedure di calcolo dei teoremi di Bernoulli. Realizza vari programmi per eseguire calcoli di matematica superiore. Il suo lavoro viene pubblicato nel 1843 nelle Memorie scientifiche di Taylor. La macchina progettata non viene realizzata a causa delle limitate conoscenze tecniche del tempo e per i costi ritenuti eccessivi. Particolare la sua capacità di collegare i lavori scientifici ai ritmi della natura mediante il collegamento stretto fra il mondo reale e quello numerico.

Per realizzare i progetti, Ada spende tutto il suo patrimonio e finisce in preda al vizio del gioco. I suoi studi non sfuggono all’attenzione di Alan Turing che ne trarrà alcune ispirazioni nel campo del calcolo computazionale. Lei viene ignorata e poi dimenticata. Ritorna alla memoria nel 1979 quando gli Usa chiameranno con il suo nome un linguaggio di programmazione. La giornata dedicata a lei cade il 13 ottobre di ogni anno: l’Ada Lovelace Day. Muore alla giovane età di 36 anni nel 1892, ritardando la creazione del primo computer della storia.