di Matteo Forciniti

No, il caso di Aldo Lamorte non è soltanto una vicenda italiana come qualcuno vorrebbe far credere. Come abbiamo scritto fin dall'inizio, si tratta anche e soprattutto di una vicenda che riguarda l'Uruguay visto che il personaggio pubblico in questione è abituato a utilizzare l'immagine della collettività per scopi propagandistici personali nel paese in cui vive. Forse è anche per questo che nelle ultime ore la notizia da noi anticipata sulla denuncia nei suoi confronti alla Fiscalía è stata ripresa dai più importanti media locali, segno evidente della gravità inaudita del fatto che coinvolge un deputato supplente nel Parlamento. Negli ultimi anni, a essere sinceri, soltanto pochissime volte è capitato che qualcosa legato alla collettività italiana ricevesse una grande attenzione mediatica nel Paisito abituato ormai a parlare dell'Italia solo al passato. Aldo Lamorte è riuscito a invertire la tendenza infangando con il suo video pubblicato (e poi cancellato) sui social la reputazione della stragrande maggioranza dei cittadini italiani onesti che vivono in Uruguay ma non solo: anche la sua posizione di rappresentante nel Parlamento ne esce umiliata e mortificata da quel voto falso che non ha confini, non ha nazioni.

Il primo a riprendere la denuncia alla magistratura è stato il molto seguito Montevideo Portal che aveva già pubblicato per primo il nostro scoop avvenuto durante le ultime elezioni caratterizzate dai consueti brogli all'estero. A seguire ci sono stati tanti altri media tra cui il quotidiano più letto El País che proprio in occasione del voto aveva pubblicato un'intervista al politico uruguaiano nelle vesti di promotore del Maie (Movimento Associativo degli Italiani all'Estero).

Sono tantissimi i commenti di indignazione che stanno circolando da ieri sui social: quello di Lamorte è solo l'ultimo di una serie di scandali che stanno coinvolgendo il Partido Nacional oggi al governo. In realtà il vicepresidente del Comites anche in questo terreno gioca nell'ambiguità dato che non fa parte pienamente del Partido Nacional ma ha un suo minuscolo partito di ispirazione democristiana (la Unión Cívica) che sigla un accordo con la destra in ogni tornata elettorale con la speranza di racimolare qualcosa. 

Presentata la settimana scorsa alla Fiscalía General de la Nación, la denuncia contro Lamorte è stata sottoscritta dai consiglieri della lista Rinnovo del Comites: Rolando Rossi, Fabrizio D'Alessandro, Ignacio Palermo e Roma Musetti. Secondo la legislazione uruguaiana quel video con il voto di un'altra persona potrebbe contenere diversi reati a partire dalla violazione di una corrispondenza privata regolata dall'articolo 296 del Codice Penale. L'altro reato contestato è la protezione dei dati personali: oltre a essere riconosciuto dall'articolo 72 della Costituzione, questo principio è tutelato dalla legge 18.331 e regolato dal decreto 414/009. C'è infine un altro aspetto che potrebbe ulteriormente aggravare la posizione dell'artefice del video: la legge 19.823 stabilisce il codice di etica per i funzionari pubblici. Obbligazioni a cui, ovviamente, anche un deputato supplente dovrebbe essere chiamato a rispettare.