Il presidente della Juve, Andrea Agnelli (Depositphotos)

Franco Esposito

I maquillage di bilancio delle società di calcio. Definito volgarmente lo scandalo delle plusvalenze. La Guardia di Finanza ha acceso molti fari sulla maleodorante vicenda, uno sulla Juventus intesa come club calcistico. Per la Procura l'intercettazione ambientale del 11 luglio 2021 ha valenza di chiara ammissione: aver dato vita a plusvalenze "artefatte" sugli scambi dei calciatori. 

Il gip ha rigettato le misure cautelari, giustificando nella seguente maniera la sua decisione: è questo il segno che la Juventus e altri club hanno interrotto quel metodo "e non lo ripeteranno mai più". Pia illusione, scoperto il sistema ne inventeranno un altro. Se già non l'hanno inventato. Nel caso della Juventus, indagata, mancano i 19 milioni di euro pagati a Cristiano Ronaldo, dei quali non c'è traccia e ancora non si riesce a ricostruire il motivo di quel cospicuo esborso. O meglio, si intuisce, si capisce, ma la prova ancora non c'è. 

Ma chi erano le persone intercettate che si scambiavano opinioni sull'imbarazzante argomento? Una è Federico Cherubini, umbro di Foligno, prima direttore tecnico a latere di Paratici, poi direttore sportivo della Juventus. Incarico che tuttora ricopre. "Fortuna che...alla luce delle recenti visite ci siamo fermati", la confidenza-informazione era diretta all'interlocutore intercettato. Stefano Bertola, il dirigente che in società Juventus si occupa dei documenti contabili. 

Ma Cherubini a cosa si riferiva? Alle perquisizioni della guardia di Finanza, ripetute e minuziose., effettuate con uno scopo preciso: scoprire gli altarini in casa Juve; quel traffico di calciatori semisconosciuti, scambiati con pari anonimi di altri club, preferibilmente stranieri, valutati a peso d'oro. I maquillage di bilancio di cui sopra. Cherubini in quella conversazione aveva discusso della necessità, da parte della Juventus, di cambiare strategia. Il rischio di ritrovarsi incastrati era diventano troppo grosso. 

Cambiare strategia, ovvero "il nostro lavoro è scovare talenti nei settori giovanili, valorizzarli e poi venderli". Ma non è tutto, la frase che scotta viene fuori praticamente nel momento in cui Cherubini e Bertola passano ai saluti. Il direttore sportivo juventino risulta essere esplicito al di là del linguaggio ermetico. Quasi in codice. "E lì fare plusvalenze sane". 

Non come le precedenti finite sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di finanza e della Procura. Plusvalenze chiaramente fasulle, gonfiate ad arte, imbrogli veri e propri.  Appunto non "artefatte" o "artificiali", come da consolidata abitudine truffaldina. Contestate alla Juventus dai pubblici ministeri Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello. 

Il gip Ludovico Morello ritiene che ci sia "anche un oggettivo riscontro nei bilanci della Juventus della decisione di non continuare a gonfiare i cartellini dei calciatori". Due terzi dei club di serie A lo hanno fatto e in un certo senso non avrebbero mai smesso. La Juventus, per dirne una, precisa e papale papale, alla voce plusvalenze era salita nel 2020 da 126 a 166 milioni. Salvo poi precipitare a 29 milioni (sic!) nel 2021. 

Quest'ultimo dato è controverso, e come tale viene trattato. Il tribunale lo identifica come un elemento positivo. Il segnale chiaro che non c'è stata prosecuzione di reato, I pm  la pensano diversamente, l'esatto contrario del gip. "Il cambio di strategia è indice di una capacità delinquenziale". Da parte degli indagati, necessitava trovare un modo diverso di risanare i conti. In una mail del 200 febbraio 2020, il presidente Andrea Agnelli informava che "il passivo di 177 milioni e saranno perciò necessarie manovre correttive". Tutto quanto a meno di un mese dall'esplosione della pandemia. Il Covid 19 offre lo scudo con cui attuare la prima delle due "manovre stipendi", in cui compare anche la famosa "carta Ronaldo". 

La "manovra stipendi" viene ritenuta la formula ideale per aggiustare i conti societari. Ma non si tratta di azioni limpide, cristalline. Gli investigatori scoprono la prova del raggiro in una chat dei calciatori su Whatsapp, del 28 Marzo 2020. Il capitano della Juventus intanto si premura di informare i compagni di squadra che da lì a poco sarebbe uscito un comunicato stampa della società "diverso da quanto pattuito, per questioni di Borsa", 

Chiellini invita i colleghi calciatori della Juventus a "non parlarne" con i giornalisti. Il gruppo squadra aveva accettato di ridursi gli stipendi, abolendo quattro mensilità, con un risparmio di 90 milioni. La Juventus, da parte sua, si impegnava a pagarne ugualmente tre negli anni successivi. La seconda manovra riguardava l'accordo di diciassette giocatori con Paratici sulle forme di come restituire tutto. Una buonuscita nel caso in cui il giocatore cambiasse club; un premio fedeltà se fosse rimasto alla Juventus. 

Sarebbero emerse con chiarezza nette divergenze tra gli accordi. Quelli trovati dagli inquirenti nascosti negli studi legali e quelli depositati presso la Lega Calcio. 

L'aspetto più imbarazzante riguarda Cristiano Ronaldo e la famosa carta. Il mistero dei 18 milioni di euro che la società ancora dovrebbe al calciatore portoghese, in base appunto "a quella carta che deve rimanere segreta". Dopo la separazione Ronaldo-Juventus, agosto 2021, è stata trovata un'unica traccia: quella di una sola mensilità pagata. I pm avrebbero voluto parlare con il calciatore. Convocato più volte, Ronaldo non si è mai presentato. 

Il pesante debito, non iscritto a bilancio, è tuttora insoluto. Ma l'intera questione, dicono in Procura, è tutt'altro che chiusa. Gli sviluppi potrebbero risultare devastanti per la Juventus.