Gente d'Italia

Due team italiani ai ‘Mondiali dei robot’ per un montepremi da 8 milioni di dollari

di SANDRA ECHENIQUE
In palio otto milioni di dollari che saranno suddivisi tra i primi tre classificati. È il futuro che si confronta alle porte di Los Angeles, al Long Beach Convention Center, fino al 6 novembre quando verranno dichiarati i vincitori.
Una competizione unica con 17 team che si sono qualificati per le finali in rappresentanza di 10 Paesi di tutto il mondo. È la grande sfida mondiale degli avatar robotici, vale a dire i robot comandati a distanza in una competizione che ha l'obiettivo di addestrare, creare i futuri alleati dell'essere umano per affrontare i compiti più rischiosi. La missione è quella di sviluppare un sistema robotico attraverso il quale l'operatore possa vedere, sentire e in particolare interagire con l'ambiente ma da remoto. Insomma il futuro che per questa volta viene portato al presente attraverso una gara che non ha eguali. E ancora una volta, anche in questo settore così particolare il cui sviluppo potrà cambiare la visione del mondo in breve tempo, ecco che il made in Italy si presenta da grande protagonista. Infatti dei 17 team presenti ai nastri di partenza, due portano i colori italiani.
Si tratta di AlterEgo e iCub 3 entrambi sviluppati dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che lotteranno per aggiudicarsi il titolo di miglior avatar robotico, ma anche intascare il cospicuo premio in denaro. AlterEgo, il primo, in ordine alfabetico, avatar made in Italy, è un robot semi-antropomorfo che è dotato, nella parte superiore, di un corpo umanoide con una piattaforma mobile su due ruote. Con visori e joystick l'operatore che guida l'avatar riesce a vedere attraverso gli occhi del robot e ne utilizza in questo modo il corpo. "I robot che ci circonderanno in futuro - ha spiegato Manuel Catalano dell'IIT, leader del gruppo AlterEgo - dovranno essere capaci di venire incontro alle nostre esigenze e dovranno anche essere fruiti con la facilità con cui oggi usiamo il telecomando".
Il secondo 'italiano' in gara è invece iCub 3, robot umanoide con le fattezze di un adolescente. Una delle caratteristiche è che il volto è stato arricchito con led che mimano le espressioni del volto dell'operatore. Al posto degli occhi ha telecamere mobili, microfoni nelle orecchie, ma anche altoparlanti dietro la bocca. "La pandemia - ha spiegato Daniele Pucci dell'IIT, alla guida del team iCub 3 - ha messo ancor più in evidenza la necessità di avere tecnologie che possano permettere all'essere umano di operare da remoto anche quando si è rinchiusi nelle proprie abitazioni".
Sarà una competizione senza limiti, gli uni contro gli altri, per svolgere compiti di vita quotidiana che possono apparire semplici per l'essere umano, ma che invece sono complicati per un robot. La particolarità di questo 'mondiale' per robot, è anche che le sfide in programma sono state comunicate ai finalisti soltanto alcuni giorni prima della gara, concedendo agli avatar poco tempo per allenarsi.
Inoltre per rendere ancora più complicato lo svolgersi dei programmi previsti, i robot non saranno guidati dai loro progettisti, ma il comando verrà preso da una persona fuori dal team che dovrà portare a termine il percorso entro il limite massimo di 25 minuti. Ci sarà anche una preselezione che porterà i robot protagonisti a 12 per la finalissima che partirà il 5 novembre. Oltre alla coppia di avatar italiani in campo cinque team statunitensi, due della Corea del Sud e del Giappone, poi Germania, Francia, Olanda, Messico, Singapore e Regno Unito.
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