DI MATTEO FORCINITI

Sarà la Fiscal de Flagrancia de 4° turno a occuparsi del caso di Aldo Lamorte che andrà a processo in Uruguay per il video pubblicato in occasione delle ultime elezioni italiane. A darne notizia sono i consiglieri della lista Rinnovo del Comites di Montevideo che due settimane fa avevano presentato una denuncia alla Fiscalía General de la Nación.

Qualcosa, dunque, sta iniziando a muoversi e l'impunità adesso sembra davvero vacillare.

"Il primo passo è stato superato" commenta soddisfatto Fabrizio D'Alessandro informando che "è stato appena assegnato il magistrato che si occuperà di aprire il procedimento". "Quando viene presentata una denuncia alla Fiscalía" -spiega il consigliere del Comites- "un gruppo di magistrati valuta la situazione e se ci sono gli estremi per una violazione della legge o altrimenti il caso viene archiviato. In base alle prove che abbiamo portato, loro hanno deciso che sarà possibile aprire un processo nominando il fiscal responsabile. Questo vuol dire quindi che un fondamento nelle nostre considerazioni c'è. Sicuramente, presto saremo chiamati a testimoniare".

Recentemente, il politico italouruguaiano dalle mille poltrone era stato scoperto da Gente d'Italia a votare al posto di un'altra persona in un video pubblicato (e poi cancellato) sui social. Nel filmato si vedeva chiaramente che il plico elettorale era intestato a Valeria De Bellis come dimostrato nel fermo immagine. Trattandosi di una palese e spudorata violazione della legge elettorale italiana, Lamorte è stato oggetto di diverse denunce presso la Procura della Repubblica di Roma.

Anche a Montevideo però presto potrebbero arrivare serie conseguenze dato che -secondo la legislazione uruguaiana- in quel video potrebbero essere stati commessi diversi reati a partire dalla violazione di una corrispondenza privata regolata dall'articolo 296 del Codice Penale e la mancata protezione dei dati personali. La posizione di Lamorte potrebbe essere ulteriormente aggravata in virtù della legge 19.823 che stabilisce il codice di etica per i funzionari pubblici, in questo caso, da parte di un deputato supplente nel Parlamento uruguaiano che sta esercitando il suo incarico nelle file del Partido Nacional.

Ma come se niente fosse l'imputato continua a mantenere i suoi incarichi di rappresentanza all'interno della collettività italiana tra la vicepresidenza del Comites e l'incarico di consigliere del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero). "Quel video era un semplice tutorial" si è giustificato il protagonista della vicenda nel corso dell'ultima seduta del Comites dell'11 ottobre dove si è deciso di salvargli la poltrona a costo di perdere la faccia.