Come se non bastassero mai, le fibrillazioni all’interno del Partito democratico non finiscono mai. La soap opera del Nazareno va avanti, come sempre regalando grandi colpi di scena. Ieri ad attaccare la miccia è stato Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, che in occasione di un evento a Roma, ha attaccato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “Ho ascoltato la conferenza stampa di lunedì - ha detto -. Io penso che in questo modo Conte rompe l'alleanza di Centrosinistra che governa il Lazio, senza motivo, perché la Regione non ha mai autorizzato e mai autorizzerà nessun inceneritore. Lo abbiamo deciso noi da anni e non lo decide certo Giuseppe Conte. Non serve che ce lo ricordi".

Una dichiarazione schizofrenica per il Pd se si considera che, parallelamente, il sindaco dem della Capitale Roberto Gualtieri ha appena ribadito che a Roma l’inceneritore si farà: “La città”, ha detto solo ieri, “ha bisogno di impianti e del termovalorizzatore perché dalla chiusura di Malagrotta inquina l’ambiente mandando i suoi rifiuti in giro per l’Italia. Vogliamo una città più pulita per questo dobbiamo realizzare impianti più moderni”. Sulle macerie del campo largo il quasi ex presidente della Regione getta il cuore oltre l'ostacolo: “Chi divide e rompe l’unità sbaglia perché non ce ne sono i motivi, faccio un appello alle altre forze - ma non dipende da me, non voglio io ingerire in scelte che non mi riguardano per ovvi motivi- perché credo che noi possiamo rivincere le elezioni regionali, però bisogna che questo obiettivo sia sentito". Anche senza i Cinquestelle? "Ma certo".

Sul futuro della sinistra del Lazio arriva anche Carlo Calenda, ormai impegnato su decine di fronti diversi, soprattutto Roma e Milano alla ricerca di uno spazio politico elettorale: "Sulle regionali del Lazio sta succedendo la qualsiasi. Zingaretti prova a ingraziarsi Conte facendo finta che il termovalorizzatore nulla c’entri con la Regione. Gualtieri ieri invece ha ribadito l’importanza del termovalorizzatore per Roma. È un balletto indecoroso che nasconde la pulsione irrefrenabile di Zingaretti di sottomettersi al M5S. Basta. Iniziamo a parlare di come rilanciare una regione impantanata. Zingaretti e Bettini se ne facciano una ragione: i 5S non li vogliono più”.

"Se noi non troviamo una base comune di valori tra posizioni diverse che in questi anni si sono manifestate nel nostro partito, possiamo anche rischiare una scissione", dice il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Roma per la presentazione del suo libro "La città universale" nella sede della stampa Estera. Per evitare che accada una scissione "noi dobbiamo costruire un perimetro di valori e ideali nei quali ci riconosciamo tutti. È questo lo sforzo che secondo me va fatto ora. È un problema di impostazione culturale che ci diamo noi come comunità politica".