Depositphotos

di SILVANA MANGIONE

L'Italia è il Paese con la più alta concentrazione di siti Unesco, Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Ma ai tesori della pittura e della scultura, dell'architettura, dei musei, delle piazze e delle nostre città, si aggiungono i gioielli culturali delle arti dello spettacolo, che fioriscono in tutto lo Stivale e attirano turisti innamorati della bellezza vivente che rimane nella memoria. E il turismo italiano si basa anche, se non prima di tutto, su di essi. Con l'introduzione del Direttore dell'Istituto italiano di cultura di New York, Prof. Fabio Finotti, la Sovrintendente e Direttrice artistica dell'Arena di Verona, Cecilia Gasdia, accompagnata dal Vice Direttore artistico Stefano Trespidi, ha presentato a un pubblico di giornalisti e operatori turistici il programma del 100esimo Festival dell'Opera che si celebrerà nel 2023.

Ecco i dati. Il Calendario degli spettacoli, che si aprono il 16 giugno con una nuova produzione dell'Aida, comprende la ripresa di messe in scena storiche: Carmen di Bizet, La Traviata di Verdi e Madama Butterfly di Puccini con la regia di Franco Zeffirelli; Il Barbiere di Siviglia di Rossini e la Tosca di Puccini, con la regia di Hugo de Hana e il Nabucco con la regia di Gianfranco de Bosio, affiancati dal Rigoletto di Verdi.  Alle opere si aggiungono cinque serate speciali. Tre sono dedicate a tre tenori: il peruviano Juan Diego Florez, esponente del bel canto; il tedesco Jonas Kaufmann, un performer eclettico e il Maestro Placido Domingo, che non ha bisogno di presentazione. Un'altra serata onora la danza con il grande ballerino Roberto Bolle "and Friends". Infine, per la prima volta in assoluto, si esibiranno all'Arena l'orchestra e il coro del Teatro alla Scala di Milano. Per chi non lo sapesse, l'Arena, costruita nell'anno 30 dopo Cristo, è il più grande anfiteatro e il più grande teatro d'opera a cielo aperto del mondo.

Il Festival nasce nel 1913 ed è stato interrotto soltanto dalle due guerre mondiali e dalla pandemia. Nel 2023 si celebra quindi il 100esimo Opera Festival che la direzione del teatro, in collaborazione con l'ENIT e con la Regione Veneto, sta illustrando con conferenze stampa e concerti. Nel comunicato illustrativo è riportata una bellissima affermazione di Cecilia Gasdia: "La 100esima stagione rappresenta un momento cruciale nella storia di un'istituzione musicale e noi vogliamo che sia una celebrazione per tutti. Darà lustro alla nostra storia e al nostri presente ma, al di sopra di questo, fornirà un assaggio di quello che sarà il nostro futuro, costruito sui fattori chiave delle esibizioni dei migliori cantanti internazionali – vocazione massima di questo grande Teatro – e le scene, una festa per gli occhi, su un palcoscenico eccezionale e unico nel suo genere. Come sempre, il pubblico sarà al centro dei nostri progetti, come destinatario dell'esperienza magica che si chiama Opera all'Arena".

Cecilia Gasdia arriva al ruolo di sovrintendente dopo un percorso che nasce dalla gavetta: dal ruolo di comparsa a componente del coro, a famosa soprano, a donna che, per prima, si è vista affidare l'incarico di guida artistica e amministrativa del più grande teatro della terra. Cecilia Gasdia è nata e ha studiato al Conservatorio di Verona. Dopo una fulgida carriera, il suo è uno splendido ritorno e un ringraziamento alla città dalla quale è volata ai vertici del mondo musicale internazionale. Ma l'Arena ha 14.000 posti a sedere e bisogna riempirli. Ecco perché alla conferenza stampa sono state invitate le maggiori agenzie turistiche di New York, cui è stato dipinto il quadro delle sistemazioni alberghiere e dei trasporti a Verona e verso le vicine città di Venezia e di Vicenza, patria del Palladio, cui si è ispirata tutta l'architettura trionfalistica delle principali città americane, a partire da Washington. Nei tre brevi video, proiettati tra un intervento e l'altro, abbiamo visto, a sorpresa anche sua, una giovane Gasdia nei panni di Norma cantare la famosissima aria °Casta Diva" a ricordo del Premio Maria Callas che le fu tributato. Hanno fatto seguito un agile documentario sulla regione Veneto e tutte le sue bellezze, attraverso le scelte di viaggio di una coppia di giovani turisti stranieri; e un terzo video con il montaggio delle immagini e delle opere in cartellone fruite da un pubblico costituito finora da spettatori provenienti da 117 Paesi.

L'evento è stato arricchito da alcuni brani cantati dal soprano Monica Coresa, accompagnata al pianoforte dal Maestro Federico Brunello. L'Arena di Verona è particolarmente cara al mio cuore. In una delle mie vite precedenti, dopo aver conseguito un diploma in regia televisiva e teatrale dell'Antoniano di Bologna insieme alla RAI, sono stata assistente alla regia, poi aiuto regista, poi regista di opera lirica. Nel 1967 stavo riprendendo la regia di Enrico Colosimo della Manon Lescaut di Puccini, andata in scena subito dopo l'alluvione del 1966 nel Teatro Comunale, che avevamo ripulito dal fango noi stessi, insieme a cantanti come Nicola Rossi Lemeni e al compositore e direttore d'orchestra Pierre Boulez. Mi arriva una telefonata di Colosimo, che stava curando la regia della Cavalleria Rusticana all'Arena. Mi chiede di correre a Verona perché, secondo lui, qualcosa non quadrava nelle coreografie e ci voleva un occhio nuovo per scoprirlo. Mi precipito.

La processione pasquale si avvia sul palcoscenico, comparse e coro fanno ala, rivolti verso il Crocifisso portato alla Chiesa, costruita in alto sopra il palcoscenico. L'orchestra dà l'attacco al canto liturgico "Inneggiam, il Signor non è morto, inneggiam, il Signore è risorto° e il coro, in blocco, si gira verso il direttore d'orchestra, voltando la schiena al "Signore" che sta osannando con parole di gioia. Il quadro vivente è bellissimo, ma la logica dei comportamenti è sbagliata. Con pochi ordini si rovescia la situazione. La processione si svolgerà sul proscenio, passando davanti al coro, per poi inerpicarsi verso la Chiesa, dando tempo ai coristi di schierarsi lentamente in diagonale per seguirla senza perdere di vista la bacchetta del direttore d'orchestra. E tutto è risolto. Ma la magia di essere nell'Arena pressocché deserta, con la sensazione che sia stata illuminata soltanto per me, per un breve momento partecipe della creazione di un grande spettacolo, mi è rimasta nel cuore e negli occhi da allora e ci rimarrà per sempre.