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di Cesare Martinetti

Era l'una e 48 della notte del 24 novembre 2021 quando è arrivata la prima richiesta di aiuto al centralino del Samu (la guardia medica) di Pas-de-Calais: "S'il vous plait, s'il vous plait". Una voce disperata che veniva dal Canale, da un gommone partito qualche ora prima da una spiaggia non lontano da Dunkerque, e che ora si stava sgonfiando. A bordo una trentina di persone, tra loro sei donne e una ragazzina. Dal Samu la telefonata viene trasferita al Cross (il centro regionale operativo di salvataggi in mare) gestito da militari, sotto l'autorità del prefetto. E cominciava così una sconvolgente catena di scaricabarile tra francesi e inglesi mentre tra le onde nere della Manica degli esseri umani affondavano con i loro sogni al caro prezzo dei risparmi di una vita.

I francesi che accusano l'Italia di mancanza di umanità, devono leggere bene questa storia, perché sui migranti e le loro tragedie, nessuno è innocente.

Per circa tre ore il naufragio si è prolungato come una disperata e feroce agonia. Almeno quindici telefonate, fino alle 4 e passa, le loro voci che arrivavano sempre più flebili, le grida delle donne sullo sfondo, mentre gli operatori dal caldo delle loro guardiole rispondevano come impiegati allo sportello dell'anagrafe: "Dateci la vostra posizione via whatsapp e vi mandiamo un battello di salvataggio... Appena possibile..." Quel battello non è mai arrivato. Il primo testimone, giunto per caso su quel fazzoletto di mare al limite tra le acque francesi e inglesi, quasi dieci ore dopo, è stato un pescatore, comandante del "Saint-Jacques2", che subito ha avvertito via radio il Cross: "Siamo finiti tra i migranti..." Il militare gli chiede: "Sono su una barca? Le sembrano morti?" "Morti sì, ma in acqua", risponde lui. Quindici cadaveri galleggiano tra le onde, accanto a loro quel che resta del gommone della traversata, uno "small boat", come lo chiamano gli inglesi, che appare come un "budino sgonfio". Altri imbarcati sono dispersi, il conto finale fa ventisette morti e due soli sopravvissuti, due curdi, vittime di un crudele rovesciamento del destino, essendo quasi sicuramente curdi anche i trafficanti che hanno organizzato la traversata.

Tutti questi agghiaccianti dettagli sulla tragedia di un anno fa nella Manica, sono stati rivelati da Le Monde che ha messo le mani sugli atti dell'inchiesta giudiziaria finora coperti dal segreto. Il giudizio del quotidiano sul comportamento delle autorità francesi (e inglesi, anche se per ora quella parte dell'inchiesta è ancora coperta) è inevitabilmente spietato: "Al momento risulta che nessun mezzo di salvataggio sia stato inviato in soccorso. In nessun momento il Cross sembra aver preso la misura del pericolo in cui si trovavano i passeggeri del canotto, nonostante i loro molteplici appelli. Al contrario, in un contesto di risparmio dei mezzi di fronte ai numerosi tentativi di traversata e tenuto conto della rotta del battello che si avvicinava alle acque britanniche, il Cross ha scelto di lasciare agli inglesi la presa in carico dell'allarme".

Il naufragio dei ventisette, un anno fa, aveva suscitato un'enorme emozione, in Francia e in Inghilterra. Le vittime, giovani con famiglie, stavano raggiungendo i parenti, le loro storie hanno tenuto le prime pagine per qualche giorno. Ed era anche la scoperta più drammatica di un fenomeno che stava diventando quotidiano e fino ad allora passato quasi sotto traccia, l'arrembaggio dei migranti al Regno Unito, la Manica come il Canale di Sicilia, seppur in misura minore ma non poi tanto: nel 2021 sono 52 mila i migranti che hanno tentato di attraversare il Canale, 28 mila ce l'hanno fatta; quest'anno tra gennaio e giugno ci sono stati 777 tentativi, il 68 per cento in più dell'anno passato.

La rivelazione di Le Monde arriva nel pieno della bagarre tra Francia e Italia per i 234 della Ocean Viking e ci consente di dire che la parola "umanità" va maneggiata con molta cura.

Proprio ieri in una lunga intervista al Parisien la ministra degli Esteri, Catherine Colonna, denunciava "la mancanza di umanità italiana per il rifiuto ostinato all'attracco del battello con i migranti. l'Italia non ha rispettato né il diritto internazionale né il diritto del mare".

Se certamente era "disumano" lasciare in mare i naufraghi, suddividerli tra deboli e "residuali", come da vocabolario del ministro Matteo Piantedosi, gli atti dell'inchiesta pubblicati da Le Monde sulla tragedia della Manica ci danno la versione francese della "mancanza di umanità" di cui la ministra Colonna accusa l'Italia: il mancato soccorso. E vedremo se si trattava soltanto di uno scaricabarile burocratico o si arriverà a una responsabilità governativa che il quotidiano parigino adombra citando le "economie" sui mezzi di soccorso da mobilitare nella Manica dove pure, come s'è visto, aumenta il traffico di traversate avventurose e spesso disperate. Sui migranti nessuno è innocente. I francesi, primi nella repressione a Modane e Ventimiglia, hanno sempre interpretato a modo loro Schengen anche di fronte a domande di accoglienza da parte di migranti provenienti dalla France-Afrique, spesso di lingua francese e dunque con qualche diritto di ingresso in più che gli arriva dalla storia.

Ma tutta questa durezza, la sottolineatura  del carattere "eccezionale" della decisione di accogliere a Tolone i 234 della Ocean Viking fatta ancora ieri da Catherine Colonna rivela le ragioni di politica interna che stanno dietro all'atteggiamento di Parigi. Dalle elezioni di giugno, Emmanuel Macron è un presidente senza maggioranza parlamentare, il suo governo deve ricorrere costantemente al più gollista e autoritario degli strumenti costituzionali per far passare le sue decisioni senza voto all'Assemblée. È un leader al secondo mandato, schiacciato nella tenaglia tra estrema destra ed estrema sinistra, mai così forti nella storia politica francese. Le estreme danno il tono al discorso politico, in particolare a quello dell'estrema destra di Marine Le Pen, che avendo preso il 42 per cento nel ballottaggio con Macron e con un fortissimo gruppo parlamentare si vede già in rampa di lancio per il 2027. Per lei è stato un gioco da ragazzi accusare il presidente di aprire ai clandestini accettando l'attracco della Ocean Viking; per Macron un obbligo di sopravvivenza dichiarare guerra all'Italia.

Sul mare galleggia alla deriva un gommone chiamato Europa. Chi manderà un battello di salvataggio?